APOL

A.P.OL.

SOCIETÀ COOPERATIVA - LECCE

Reg.CE n. 867/0 8 mod. dal Reg. UE n. 1220/11 - ANNUALITA’ 2014/2015

BOLLETTINO INFORMATIVO N. 12 - Dicembre 2014

SOMMARIO

  1. Le attività divulgative e formative di APOL nel mese di dicembre
  2. Emergenza Xylella: nominato comitato consultivo permanente
  3. Reg UE n. 1169/2011: fornitura di informazioni sugli alimenti ai consumatori
  4. Nuove Tecnologie per l’agricoltura: i droni a servizio della qualità
  5. Potatura dell’olivo: le attrezzature meccaniche che riducono i costi

1. Le attività divulgative e formative a favore delle aziende associate APOL nel mese di dicembre

Continuano a dicembre le attività divulgative e formative del progetto APOL per il miglioramento della qualità dell’olio e delle olive da tavola relativo all’annualità 2014-2015.
I due incontri in programma a Surbo e Otranto costituiscono l’occasione per divulgare alle aziende associate ricadenti in questi distretti operativi i contenuti chiave del del programma di assistenza tecnica della Misura 3A e del disciplinare di produzione integrata che APOL ha adottato con la Misura 2b.  L’incontro di Surbo prende in considerazione i parametri di base per riconoscere il giusto momento di maturazione delle olive e i comportamenti in fase di raccolta/trasformazione che garantiscono il mantenimento delle qualità organolettiche dell’olio. La manifestazione di Otranto è, invece, riservata all’analisi del percorso tecnico/amministrativo che conduce alla certificazione del prodotto secondo le disposizioni del disciplinare di produzione integrata di APOL.
A margine degli incontri ci sarà una sezione dedicata alla presentazione dei contenuti delle Linee Guida per il contenimento della diffusione di Xylella Fastidiosa subsp. Pauca – ceppo CoDiRO e la prevenzione e il contenimento del complesso del disseccamento rapido dell’olivo (CoDiRO).  
Nello stile di APOL, tutte le manifestazioni avranno un approccio operativo e saranno condotte con il modello del confronto tra procedure messe in atto ed esperienze realizzate dalle aziende coinvolte. I calendario degli incontri è il seguente:

  • Surbo, 18/12/2014 ore 18:30-19:30 – Camera Sindacale UIL, Corso Umberto I°, Azione 3a, incontro divulgativo sul tema “Epoche e modalità di raccolta delle olive e influenza sulle qualità organolettiche dell'olio extravergine; relatori Dott. Antonio De Donno, Dott. Agr. Giovanni Muia, dott. Agr. Stefano Morano tecnici APOL;
  • Otranto 19/12/2014 ore 17:30-19:30 – Azienda Agricola Montevergine, S.P. Martano-Otranto Km 19,25, Azione 2b, incontro divulgativo sul tema “Olivicoltura integrata: i vantaggi della certificazione di prodotto (applicazione del Disciplinare di produzione integrata APOL); relatori Dott. Antonio De Donno, Dott. Agr. Giovanni Muia, dott. Agr. Alberto Danese tecnici APOL;

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2. Emergenza Xylella: nominato comitato consultivo permanente

In attesa che il Presidente del Consiglio convochi la Regione per la definizione dell’eventuale nomina del Commissario straordinario con poteri di deroga che dovrà gestire la difficile emergenza Xylella Fastidiosa, l’ente regionale si attrezza con l’istituzione del Comitato Consultivo permanente, che al suo interno terrà insieme istituzioni, associazioni di categoria, organi ispettivi e enti di ricerca.
Il Comitato, costituito con delibera regionale dello scorso 25 novembre, sarà insediato ufficialmente nei prossimi giorni dal presidente e Assessore regionale alle Risorse Agroalimentari, Fabrizio Nardoni. Si tratta dell’organo tecnico consultivo che, all’indomani della dichiarazione di “stato di emergenza fitosanitaria straordinaria, a supporto della Regione, fatti salvi i compiti e le funzioni stabilite dalla normativa in materia fitosanitaria, esprimerà pareri motivati e formulerà proposte in relazione delle attività che a livello regionale si dovranno attuare per far fronte all’emergenza fitosanitaria correlata al batterio della Xylella.
L’emergenza Xylella – spiega l’Assessore Nardoni – interessa non solo aspetti strettamente fitosanitari connessi alle specie vegetali di interesse agrario, ma anche specie diffuse sul territorio per finalità ornamentali e coinvolge anche tematiche di carattere ambientale e paesaggistico, per questo è stato necessario realizzare un’azione coordinata tra le strutture regionale coinvolte nelle attività finalizzate alla prevenzione, al controllo e alla eradicazione del batterio”.
Il Comitato consultivo permanente per la prevenzione, il controllo e la eradicazione del batterio da quarantena, successivamente indicato come Comitato, è così composto: Assessore alle Risorse Agroalimentari; Direttore Area Politiche per lo sviluppo rurale; Direttore Area di Coordinamento Politiche per la riqualificazione, la tutela e la sicurezza ambientale e per l’attuazione delle opere pubbliche, o suo delegato; Direttore Area Politiche per la mobilità e qualità urbana, o suo delegato; Direttore Area Politiche per la promozione della salute, delle persone e delle pari opportunità, o suo delegato; Dirigente del Servizio Agricoltura; Dirigente dell’Ufficio Osservatorio fitosanitario regionale; Comandante regionale del Corpo Forestale dello Stato; Il direttore dell’ARIIF; Assessore all’Agricoltura della Provincia di Lecce; Rappresentante dell’Associazione Nazionale Comuni d’Italia (ANCI); Rappresentante della Federazione Regionale Coldiretti Puglia; Rappresentante della Confederazione Italiana Agricoltori Puglia; Rappresentante della Federazione Regionale degli Agricoltori di Puglia (Confagricoltura); Rappresentante della Confederazione Produttori Agricoli (Copagri); Rappresentante della Confcooperative Puglia; Rappresentante della Lega delle Cooperative di Puglia; Rappresentante della UE-COOP; Rappresentante delle associazioni vivaistiche; Rappresentante delle istituzioni scientifiche a supporto dell’Osservatorio fitosanitario; Rappresentanti dell’Università di Bari, di Foggia e di Lecce, competenti per materia, designati dal Rettore.

Ufficio stampa Regione Puglia – 27.11.2014           

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3. Reg UE n. 1169/2011 relativo alla fornitura di informazioni sugli alimenti ai consumatori.

Il prossimo 13 dicembre entreranno in vigore le disposizione introdotte dal Regolamento UE n. 1169/2011 recante importanti novità in materia di etichettatura dei prodotti alimentari. Si ricorda che gli alimenti immessi sul mercato o etichettati prima del 13 dicembre che non rispettano i requisiti del regolamento possono essere commercializzati fino all’esaurimento delle scorte.
Segnaliamo alcuni aspetti introdotti dal nuovo regolamento ricordando che occorre approfondire, per ogni alimento prodotto e/o commercializzato di cui trattasi, la normativa in maniera più approfondita. Per una disamina alleghiamo il Regolamento in oggetto.

  • Dimensione dei caratteri (art. 13): le indicazioni obbligatorie elencate all’art. 9 par. 1 dalla lett. a) alla lett. l) [denominazione dell’alimento, ingredienti, qualsiasi ingrediente o coadiuvante che provoca allergie o intolleranze, la quantità di taluni ingredienti, quantità netta dell’alimento, termine minimo o scadenza, condizioni di conservazione, nome o ragione sociale dell’operatore responsabile, paese o luogo di origine, istruzione per l’uso, dichiarazione nutrizionale] sono stampate in modo da assicurare una chiara leggibilità la cui parte mediana (altezza della x) è pari o superiore a 1,2 mm. Nel caso di imballaggi o contenitori la cui superficie maggiore misura meno di 80 cmq l’altezza della x è pari o superiore a 0,9 mm. Il regolamento, inoltre, prevede che le indicazioni obbligatorie (denominazione dell’alimento, termine minimo o scadenza, condizioni di conservazione, nome o ragione sociale dell’operatore responsabile) siano presenti anche sull’imballo esterno nel quale gli alimenti preimballati sono presentati al momento della commercializzazione.
  • Tabella nutrizionale: scatta l’obbligo di inserimento della tabella nutrizionale a partire dal 2016. Se la tabella nutrizionale è presente in forma volontaria, dal 13 dicembre 2014 dovrà essere conforme a quanto previsto dal regolamento.

 

  • Responsabile: il regolamento precisa che il soggetto responsabile delle informazioni sugli alimenti è l’operatore con il cui nome o con la cui ragione sociale è commercializzato il prodotto. E’, pertanto, tale soggetto responsabile della presenza e dell’esattezza delle informazioni riportate sull’alimento. Il che non esclude che vi siano ulteriori responsabilità a carico di altri operatori relative alle altre violazioni degli altri paragrafi dell’art. 8 del regolamento. A titolo di esempio, in caso di private label che riporta un marchio contenente il nome del distributore (stabilito nell’UE), il distributore (titolare del marchio) è l’operatore responsabile delle informazioni presenti sull’alimento. Quindi, l’operatore responsabile identificato dal regolamento risponde delle informazioni sugli alimenti sia in caso di produzione diretta sia nel caso in cui il prodotto commercializzato con il proprio nome sia realizzato da terzi. Pertanto, anche in questo ultimo caso sull’etichetta dovrà essere presente in maniera prioritaria la ragione sociale + indirizzo del soggetto che commercializza il prodotto. Chi commercializza potrà scegliere di aggiungere anche il nome e/o indirizzo del produttore ma solo in maniera volontaria dato che in base alla normativa europea non è più considerato elemento obbligatorio.

In seno al Gruppo di Lavoro “Etichettatura” a Bruxelles è in corso un confronto sulla corretta interpretazione da dare ad alcune disposizioni. Il Referente italiano è il Ministero della Salute.
Invitiamo ad approfondire l’argomento in base alla tipologia di prodotti posti in vendita dato che la nuova normativa vi considera responsabile, come detto sopra, anche per gli alimenti che sono solo commercializzati dalla vostra Azienda.
Ricordiamo, infine, che il 25.11.2014 è entrato in vigore l’obbligo per i pubblici esercizi di presentare al pubblico bottiglie dotate di idoneo dispositivo di chiusura in modo che il contenuto non possa essere modificato senza che la confezione sia aperta o alterata e provvisti di un sistema di protezione che non ne permetta il riutilizzo dopo l'esaurimento del contenuto originale indicato nell'etichetta. La violazione della prescrizione comporta l'applicazione al titolare del pubblico esercizio di una sanzione amministrativa da euro 1.000 a euro 8.000 e la confisca del prodotto. Ufficio Consulenza AIFO -  Comunicazione N. 031 del 25.11.2014


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4. Nuove tecnologie per l’agricoltura: i droni a servizio della qualità

E’ stato inserito dal Massachusetts Institute of Technology nella lista delle dieci innovazioni tecnologiche che diventeranno le pietre miliari per il futuro. Stiamo parlando dell’impiego in agricoltura dei droni o, più correttamente, dei sistemi aeromobili a pilotaggio remoto (SAPR). Quella che sino a qualche tempo fa era considerata nel settore agricolo semplicemente una curiosità o un’attrazione presente durante le manifestazioni in campo, oggi sta diventando un’utile strumento nell’applicazione dell’agricoltura di precisione tanto che negli ultimi mesi sta crescendo il numero di imprese in grado di offrire servizi collegati proprio all’utilizzo di droni professionali. Tra queste Cyberfed (www.cyberfed. eu), start up europea con sede nel polo tecnologico Bic di Trentino Sviluppo (Rovereto), che proprio nel settore agricolo ha recentemente attivato una business unit per lo studio di nuove soluzioni e strumentazioni da applicare nel settore viticolo e frutticolo.

Che cosa sono i droni
APOLI droni sono piccoli apparecchi a volo orizzontale o verticale a 2, 4 o 6 eliche comandati via radio o programmabili grazie a un sistema di navigazione satellitare (GNSS) integrato. In base alla normativa Enac del volo a vista VL0S150, sono in grado di volare ad altezze che possono arrivare a 150 metri e con un’autonomia di volo media di 20 minuti con un peso che, nel caso dei droni utilizzati per uso agricolo, solitamente non supera i 2,5 kg.

Attualmente sono disponibili sul mercato diverse tipologie di droni che proprio per il diverso livello di complessità presentano un differente prezzo d’acquisto. Sicuramente un parametro fondamentale è costituito dall’autonomia di volo che dipende dalla calibrazione dell’elettronica e dall’efficienza dei motori. Inoltre hanno una correlazione diretta, indipendente dalle caratteristiche del drone, il peso dello strumento che viene applicato (ad esempio una fotocamera multispettrale) e le modalità di volo.

Modalità di volo
I droni possono volare in maniera manuale, semiautomatica e automatica grazie alla navigazione satellitare. Nel caso di una navigazione automatica l’aeromobile viene programmato tramite mappa su computer con regolazione della quota di navigazione. Per garantire il volo in modo automatico occorre vi sia una copertura di almeno 8 satelliti; se dovesse mancare il segnale GPS, entra in funzione automaticamente un sistema di sicurezza (fail safe) che stabilizza in quota l’aeromobile sino a quando viene riagganciato il segnale. Inoltre risulta fondamentale ritarare la bussola a ogni missione per consentire di riconoscere correttamente i punti cardinali. Attraverso la telemetria, infine, è possibile mantenere sotto controllo tutti i parametri operativi anche quando viene perso il segnale radio (significa che il sistema è ridondante e i comandi di volo del drone possono essere assegnati in telemetria sul pc). Nel caso di batterie difettose o scariche, impostando dei valori di sicurezza, l’APR rientra automaticamente verso l’area di decollo secondo la traiettoria più breve.

L’impiego nel settore agricolo
APOLSicuramente uno degli utilizzi più interessanti, già testato con buoni risultati in viticoltura, è rappresentato dal telerilevamento aereo. In questo caso sul drone viene montata una fotocamera dotata di sensore (del tipo NIR, multispettrale, ecc.) che permette, attraverso l’acquisizione di immagini, di descrivere lo stato della coltura e di conseguenza la variabilità del vigneto.

Le mappe satellitari hanno un limite in quanto non permettono di discriminare, nel caso del vigneto, il filare dall’interfilare: di conseguenza risulta complicato definire il corretto stato di salute e di maturazione delle colture sulla base delle sole immagini raccolte. La lettura a bassa quota (in media 60 metri, ma a 35 i risultati sono ancora più precisi) tramite fotocamera applicata ad aeromobili a pilotaggio remoto consente, invece, una maggiore risoluzione e una corretta interpretazione dei parametri rilevati distinguendo in questo modo le aree critiche. Con l’acquisizione delle immagini tramite APR vengono così create mappe georeferenziate dalle quali possono essere successivamente ricavate mappe di prescrizione da impiegare, ad esempio, nella fertilizzazione a rateo variabile. È chiaro che tanto più sofisticato risulta essere il sensore integrato nella fotocamera tanto più accurate risulteranno le informazioni raccolte.

L’impiego di sensori può inoltre essere utile nell’analisi del livello di inquinamento delle acque superficiali o più in generale per un monitoraggio ambientale. Un altro impiego dei droni testato quest’estate è nel trattamento biologico del mais contro la piralide (per il progetto è attivo un finanziamento della Regione Lombardia). In questo caso i droni sono dotati di serbatoio per la distribuzione di capsule biodegradabili contenenti le uova di Trichogramma brassicae (imenottero parassitoide delle larve di piralide). Le nascite scalari del parassitoide consentono una protezione della coltura di 15-20 giorni.

Le condizioni per l’impiego dei droni
Il crescente interesse per l’impiego degli aeromobili a pilotaggio remoto in diverse attività dove l’agricoltura rappresenta una minima parte (videosorveglianza, aerofotogrammetria, monitoraggio elettrodotti, rilevamento delle condizioni ambientali, compiti di ordine pubblico, ecc.) ha necessariamente portato all’emanazione di un regolamento
APOLda parte di Enac (l’Ente nazionale per l’aviazione civile) che ha colmato un vuoto normativo che aveva caratterizzato sino a ora il settore. Il regolamento pubblicato il 16 dicembre 2013 (scaricabile dal sito www. enac.gov.it) e perfezionato lo scorso 30 aprile definisce, infatti, i requisiti e le limitazioni di impiego degli aeromobili a pilotaggio remoto in sicurezza. Il regolamento innanzitutto stabilisce che «l’impiego degli APR è soggetto al possesso di appropriate autorizzazioni rilasciate dall’Enac all’operatore, alla presentazione da parte dell’operatore di dichiarazione all’Enac nei termini indicati nelle Sezioni II e III del presente regolamento ». Sono esclusi dal presente regolamento gli aeromodelli utilizzati esclusivamente per impiego ricreativo e sportivo.

Altra distinzione fondamentale viene fatta in base alla massa massima al decollo, minore o maggiore a 25 kg. I droni con peso maggiore di 25 kg richiedono certificazioni speciali (ad es. certificazione di tipo e approvazione dell’organizzazione). Per entrambe le configurazioni comunque è richiesta la redazione di manuale di volo e delle operazioni che servono per definire le caratteristiche del drone e le condizioni di sicurezza per il suo utilizzo per le operazioni specializzate a titolo oneroso (per ulteriori chiarimenti si veda circolare Enac 30 aprile 2014).

Il regolamento poi distingue tra operazioni non critiche e operazioni critiche. Nel primo caso, a cui fanno riferimento la maggior parte delle attività nel settore agricolo, si intendono quelle operazioni che non prevedono il sorvolo anche in caso di avarie e malfunzionamenti, di: aree congestionate, assembramenti di persone, agglomerati urbani e infrastrutture; aree riservate ai fini della sicurezza dello Stato; linee e stazioni ferroviarie, autostrade e impianti industriali. Esse sono condotte nel volume di spazio denominato «V70» ovvero a una quota inferiore a 70 m con raggio di 200 m a una distanza di 150 m dalle aree congestionate e 50 m da persone e cose (si veda regolamento Enac 16 dicembre 2013 a pag. 9). Al di fuori di tali valori si rientra nelle operazioni critiche per le quali bisogna richiedere segregazione dello spazio aereo con Notam e autorizzazione ad Enac. Comunque la criticità dell’area di volo è responsabilità personale dell’operatore che deve eseguire una «safety analysis» prima delle operazioni e individuare delle zone di buffer (cuscinetto) in caso si verificassero dei malfunzionamenti dell’aeromobile (si veda circolare Enac 30 aprile 2014).

Chi può pilotare il drone
Il regolamento stabilisce anche i requisiti necessari per pilotare un aeromobile a pilotaggio remoto. Infatti come viene definito nell’articolo 17, pag. 16 del regolamento, il pilota deve essere maggiorenne, deve conoscere le regole dell’aria aver fatto un corso macchina presso il costruttore del SAPR e deve essere in possesso del certificato medio di 2a classe (l’Enac verifica i titoli nel caso di aeromobili di massa superiore a 25 kg). Infine il volo è consentito solo se è stata stipulata un’assicurazione sull’APR concernente la responsabilità verso terzi.
Fonte: G. Armentano – Informatore Agrario n. 40/2014


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5. Potatura dell’olivo: le attrezzature meccaniche che riducono i costi

Il contenimento dei costi in olivicoltura che non penalizzi la produttività della pianta, è un obiettivo che si sta perseguendo con la meccanizzazione delle operazioni colturali, fra le quali la potatura che richiede un’elevata professionalità ed esperienza da parte dell’operatore: requisito che non sempre si riscontra fra gli olivicoltori.
L’introduzione di una vasta gamma di attrezzi e potatrici in grado di svolgere il lavoro con interventi meccanici selettivi e tempestivi consente di organizzare cantieri di potatura che, a seconda dei sesti di impianto e delle forme di allevamento della pianta, permettono di diversificare e modulare la tipologia di intervento.
Le attrezzature manuali, endotermiche, pneumatiche ed elettriche consentono di operare da terra eliminando in tal modo l’uso delle scale che rimangono tuttora causa di numerosi incidenti.
Le manuali (cesoie a lama e controlama, a lama battente, a doppia lama, troncarami, seghetto, svettatoio e seghetto con asta) trovano ancora un utilizzo per lo più da parte di hobbisti; gli stessi attrezzi oggi vengono anche azionati da aria compressa generata da compressori collegati al motocoltivatore o al trattore, da elettricità fornita da batterie al litio-ionio e da motore endotermico (motoseghe).
Qualità e sicurezza
APOLLe forbici pneumatiche possono effettuare tagli sino a 3,5-4 cm di diametro e il loro peso oscilla tra lo 0,4-0,7 Kg; se la forbice viene utilizzata con impugnatura diretta è necessario indossare nella mano un guanto antitaglio che alcune ditte costruttrici hanno dotato di un sensore che, a seguito di un contatto accidentale con l’organo tagliante, blocca istantaneamente l’operatività dell’attrezzo.
I troncarami altro non sono che forbici con maggiore capacità di taglio (5-6 cm) e il loro peso oscilla dai 2 ai 4 Kg a seconda della lunghezza dell’asta; l’aria compressa fa azionare l’organo cesorio sia in fase di taglio che di rilascio (dopo il taglio).
APOLLe seghe a catena possono essere con impugnatura diretta o montata su asta, e vengono utilizzate quando il diametro della branca o del ramo da potare supera i 15-20 cm. Sul mercato incontrano sempre maggiore interesse modelli con dispositivi che evitano il “contraccolpo” o “rimbalzo” (effetto kickhack) della lama sul taglio.
Nel caso che l’aria compressa non venga fornita dal compressore applicato al trattore o al motocoltivatore, ma da un motocompressore, è consigliabile scegliere il compressore con prestazioni di pressione superiori a quelle richieste per consentire una maggiore flessibilità nella gestione di eventuali modifiche, se dovessero rendersi necessarie, del cantiere di lavoro.
Comunque, per ottimizzare i tempi e per non affaticare oltre misura l’operatore, è consigliabile scegliere un kit di utensili che rispondano alle effettive esigenze dell’operazione, senza ricorrere ad attrezzature dotate di capacità di taglio superiore a quelle effettivamente necessarie. Utilizzare un troncarami per tagli che possono essere effettuati con una forbice pneumatica, oltre ad affaticare ulteriormente l’operatore a causa del maggior peso, fa rallentare l’esecuzione del lavoro.
Le innovazioni avvenute nel settore delle batterie hanno consentito di poter disporre di fonti di energia elettrica per azionare in modo ottimale le stesse attrezzature, senza dover ricorrere a compressori portati da motocoltivatori o da trattori.
Forbici e troncarami
Le forbici elettroniche in grado di potare rami di 3-5 cm di diametro consentono, premendo sul “grilletto” un progressivo avanzamento del taglio che può essere invertito interrompendo la pressione (taglio progressivo); si può ottenere un ciclo completo (a impulso) allorquando si eserciti una lieve pressione sul grilletto: opzione che consente di ottenere un ciclo completo dell’azione della forbice con chiusura e apertura delle lame.
Con il taglio progressivo (servoassistito), che garantisce una notevole sicurezza nell’impiego della forbice, si raggiunge un’elevata precisione di taglio; nel “completo” la sicurezza è minore, ma si opera alla massima velocità. Se si debbono potare rami di piccolo o medio diametro, in alcuni modelli di forbici è possibile ampliare l’apertura delle lame anche del 50-70%, consentendo in tal modo di aumentare la velocità dell’operazione.
A livello di sicurezza vengono adottati dispositivi che regolano l’azione di taglio dopo un doppio click al grilletto, evitando così l’avviamento involontario delle forbici.
APOLLe batterie possono essere al NiMh, al NiCl o al litio-ionio, e vengono portare dall’operatore in uno zainetto o gilet. La loro autonomia varia a seconda della tipologia di intervento e del tempo di utilizzo e può arrivare sino tre giorni; il tempo di ricarica oscilla dalle 5 alle 7 ore. Quelle al litio possono essere controllate elettronicamente e monitorate da un software che, mediante un piccolo monitor, indica il livello di autonomia. L’autonomia della batteria dei troncarami è mediamente di 5-8 ore con un tempo di ricarica di 5 ore circa.
Per rendere più agevole l’uso sia delle forbici, sia del troncarami se montati su aste di prolunga, il taglio di potatura è azionato e comandato da un guanto indossato dall’operatore, all’interno del quale è collocato un micro interruttore che viene azionato premendo un dito sull’asta: così l’operatore è libero di spostare le mani lungo la prolunga a seconda dell’altezza dell’intervento.

 

 

Motoseghe
APOLLa motosega elettronica viene utilizzata soprattutto per la potatura di riforma dell’olivo. È azionata da un motore elettrico senza spazzole e da una batteria generalmente al litio-ionio che viene portata dall’operatore mediante apposito gilet. La lubrificazione della catena, così come la regolazione della tensione, avviene automaticamente mentre l’inclinazione della testa della sega è regolata manualmente. Le aste sulle quali è montata la motosega sono generalmente in fibra di carbonio e telescopiche in modo da poter eseguire la potatura a diverse altezze, sino a un massimo di tre metri e mezzo.
Oltre alle motoseghe elettroniche, vengono utilizzate anche quelle azionate da motore endotermico a due tempi di circa 30-50 cm3 che hanno tutti i dispositivi per controllarne e regolarne il funzionamento, dall’accensione del motore alla lubrificazione automatica della catena.
Le motoseghe con motore endotermico, rispetto a quelle elettriche, hanno un peso superiore (3-5 Kg), ma il bilanciamento dei pesi non affatica oltre misura l’operatore. L’organo di taglio è costituito da una lama con catena di lunghezza variabile (dai 25 ai 35 cm) a seconda della dimensione dei tagli da effettuare. Per eseguire potature in olivi alti oltre 4 m, queste motoseghe vengono montate su aste telescopiche di decespugliatori o di attrezzature azionate da motore endotermico.
La potatura effettuata con le attrezzature agevolatrici menzionate ha indubbiamente costi ridotti del 30-40% e richiede investimenti di capitali sopportabili anche da parte delle piccole aziende. La meccanizzazione integrale della potatura rappresenta, invece, una realtà e contemporaneamente una prospettiva per realizzare cantieri di lavoro con abbattimento dei costi del 70-80%.
Potatrici meccaniche
Questa soluzione, però, richiede una ridefinizione dei modelli di olivicoltura che si intendono adottare, soprattutto per quanto riguarda gli impianti olivicoli superintensivi e, in parte, quelli intensivi.
APOLIndipendentemente dalle valutazioni tecniche e economiche riferite a tali tipologie di impianti, le potatrici meccaniche vengono da tempo utilizzate in oliveti superintensivi con risultati che non penalizzano la struttura della pianta e la sua produttività. Le potatrici presenti sul mercato, usate anche in frutticoltura, si differenziano, oltre che per la struttura costruttiva della macchina, soprattutto per la tipologia di esecuzione dell’intervento cesorio che può essere effettuato con organo di taglio costituito da lame a denti con moto alternativo (barre falcianti) oppure con organi di taglio con moto rotativo.
Le prime possono eseguire interventi su formazioni legnose di 3-5 cm di diametro, e quindi generalmente vengono utilizzate per potature leggere; le seconde, costituite da una serie di dischi a bordo tagliente montati su una struttura portante regolabile fino a 3 m, in modo da variare la lunghezza di taglio a seconda delle esigenze, vengono azionati idraulicamente.
Il moto rotatorio dei dischi raggiunge i 3.500-4mila giri/minuto, permettendo così di tagliare branche di oltre 15 cm di diametro. La qualità dell’intervento cesorio dipende dalla velocità di avanzamento della potatrice e dalla rotazione dei dischi. Queste macchine possono essere semoventi o portate dalla trattrice, e possono effettuare tagli sulla chioma sia laterali (hending), verticali o inclinati di 15-30° rispetto alla verticale, sia paralleli al terreno sulla parte alta (topping) o bassa della chioma.
Con alcuni modelli di potatrici meccaniche i residui di potatura vengono contemporaneamente raccolti e triturati per produrre cippato.
Fonte: Olivo e Olio n.11-12/2014

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