APOL

A.P.OL.

SOCIETÀ COOPERATIVA - LECCE

Reg.CE n. 867/08 mod. dal Reg. UE n. 1220/11 - ANNUALITA’ 2013/2014

BOLLETTINO INFORMATIVO N. 1 - Gennaio 2014

SOMMARIO

  1. Le attività divulgative e formative di APOL nel mese di gennaio
  2. Rischi e livelli di esposizione nell’utilizzo degli agevolatori della raccolta delle olive
  3. Approvato il nuovo Piano di Azione Nazionale

1. Attività divulgative e formative a favore delle aziende associate APOL

Continua nel 2014 l’attività informativa e formativa del progetto APOL per il miglioramento della qualità dell’olio e delle olive da tavola con una serie di azioni dimostrative orientate a sviluppare le conoscenze sulle modalità di prelevamento del campione di terreno da sottoporre ad analisi chimico-fisica.

I calendario degli incontri è il seguente:

  • Cannole 20/01/2014 ore 15:00-16:30, azione 2b, prova dimostrativa c/o az. Agr. Vero Adamo; relatori Dott. Agr. Giovanni Muia, dott. Agr. Alessandro Giannone tecnici Apol;;
  • Melendugno 21/01/2014 ore 15:00-16:30, azione 2b, prova dimostrativa c/o az. Agr. Montevergine; relatori Dott. Agr. Giovanni Muia, dott. Agr. Alessandro Giannone tecnici Apol;
  • Carpignano Salentino 22/01/2014 ore 15:00-16:30, azione 2b, prova dimostrativa c/o az. Agr. Giammanigli; relatori Dott. Agr. Giovanni Muia, dott. Agr. Alessandro Giannone tecnici Apol;

Gli incontri del mese di gennaio sono riservati alla Misura B che com’è noto prevede iniziative e servizi mirati alla diffusione di sistemi di produzione compatibili con l’ambiente al fine di limitare la perdita di biodiversità, i rischi di erosione e di degrado del suolo e l’inquinamento delle acque sotterranee.
Le prove dimostrative entrano nel merito della concimazione, tema che assume un ruolo centrale nella gestione integrata degli oliveti. Infatti, se da un lato l’eccessiva distribuzione di concimi minerali determina impatti negativi sull’ambiente, come ad esempio il dilavamento di nutrienti azotati e alterazione degli equilibri microbici e chimici del suolo, uno scarso apporto di sostanze fertilizzanti induce, per contro, a problematiche di sviluppo e redditività delle piante. La concimazione, pertanto, assume un ruolo strategico nella gestione degli oliveti e la restituzione degli elementi nutritivi non può prescindere dall’assunzione di pratiche agronomiche mirate alla conservazione della fertilità del suolo e al rispetto dell’ambiente, nonché dalla messa a punto di specifici piani di concimazione.
Dopo aver affrontato nei precedenti incontri informativi le problematiche connesse con la fertilizzazione degli oliveti e con la corretta formulazione del piano di concimazione, le prove dimostrative del mese di gennaio hanno il compito di far conoscere direttamente agli olivicoltori come si esegue il prelevamento del campione di terreno da sottoporre ad analisi secondo quanto previsto dal Disciplinare di Produzione integrata adottato da APOL, che richiama la metodica ufficiale del Decreto del Ministero delle Politiche Agricole del 13/09/1999 (Metodi Ufficiali di analisi chimica del suolo).


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2. Rischi e livelli di esposizione nell’utilizzo di agevolatori elettrici e pneumatici della raccolta

I lavoratori agricoli sono quotidianamente esposti a rischi per la salute e la sicurezza che possono derivare dall’ambiente di lavoro e dall’utilizzo di macchinari ed attrezzature. Di frequente, alcuni di questi rischi, come le vibrazioni, sono sottovalutati dai lavoratori dal momento che non rappresentano un danno immediato per la loro salute. In effetti, i sintomi della malattia possono comparire molti anni dopo e l’uso frequente di attrezzature manuali può provocare varie malattie croniche. Lavorazioni in cui si impugnino attrezzature vibranti, o sottoposte a vibrazioni, possono indurre un insieme di disturbi neurologici e circolatori digitali e lesioni osteoarticolari a carico degli arti superiori, definito col termine unitario di sindrome da vibrazioni mano-braccio.
Le indagini a cui fa riferimento il presente articolo sono state condotte nel biennio 2010-2011 da un gruppo di ricercatori dell’Università delle Marche in collaborazione con la Direzione regionale INAIL che ne ha finanziato lo studio. Esse hanno evidenziato che tutti gli abbacchiatori elettrici e pneumatici testati trasmettono vibrazioni tali che durante la campagna di raccolta delle olive possono quasi sicuramente esporre gli operatori a valori superiori alla soglia limite giornaliera di 5 m/s2 imposta dalla normativa vigente.
Cos’è la sindrome mano-braccio
L’esposizione del sistema mano-braccio a vibrazioni è generalmente causata dal contatto delle mani con l’impugnatura di utensili manuali o di macchinari condotti a mano. L’insieme di tali lesioni è definito sindrome da vibrazioni mano-braccio. La componente vascolare della sindrome è rappresentata da una forma secondaria del fenomeno di Raynaud definita dagli autori anglosassoni vibration-induced white finger (VWF). La componente neurologica è caratterizzata da una neuropatia periferica prevalentemente sensitiva. La componente osteoarticolare comprende lesioni cronico degenerative a carico dei segmenti ossei e articolari degli arti superiori, in particolare a livello dei polsi e dei gomiti. Alcuni studi hanno anche riportato un aumento del rischio di alterazioni muscolo-tendinee e di intrappolamento dei tronchi nervosi nei lavoratori che usano attrezzature vibranti. Sulla base dei risultati di una revisione della letteratura epidemiologica, il National Institute of Occupational Safety and Health (NIOSH, USA) ha definito di forte evidenza l’associazione tra esposizione occupazionale e vibrazioni mano-braccio e l’occorrenza di lesioni neurovascolari e muscolo-scheletriche a carico degli arti superiori.

Gli obiettivi della ricerca
L’obiettivo generale dello studio è quello di dare un contributo alla valutazione del rischio da esposizione del sistema mano-braccio a vibrazioni, cui sono esposti i lavoratori agricoli durante la raccolta delle olive mediante l’utilizzo di abbacchiatori elettrici e pneumatici. Per questo motivo sono state effettuate misurazioni dirette dell’esposizione a vibrazioni mano-braccio durante la regolare attività lavorativa di raccolta con l’ausilio di abbacchiatori elettrici e pneumatici maggiormente diffusi sul mercato.
Le vibrazioni sono state misurate con strumentazione che rileva il valore efficace dell’accelerazione per mezzo di un accelerometro fissato in prossimità dell’impugnatura dell’utensile. Per la valutazione dell’esposizione al sistema mano-braccio sono state considerate: l’intensità delle vibrazioni, le componenti in frequenza delle vibrazioni, la direzione delle vibrazioni e la durata dell’esposizione.
Le metodiche valutative del rischio di esposizione a vibrazioni sono definite dallo standard internazionale UNI EN ISO 5349-1:2004,UNI EN ISO 5349-2:2004. I dati misurati sono stati confrontati con i valori di prevenzioni per i requisiti di sicurezza stabiliti dalla normativa in vigore (D.Lgs. 81/2008). Oltre alle vibrazioni trasmesse occorre anche tener conto che l’attività di raccolta delle olive costringe l’operatore a sostenere e a movimentare con gli arti superiori il peso dell’abbacchiatore.

L’analisi dei risultati
I valori rilevati dalla ricerca sono riferiti ad un periodo di 3 ore di esposizione. L’analisi dei risultati rivela che gli abbacchiatori elettrici trasmettono vibrazioni analoghe ed in alcuni casi superiori a quelle dei modelli pneumatici. I modelli pneumatici ed elettrici aventi il motore nella parte superiore dell’asta mostrano alti livelli di vibrazioni vicino alla mano ausiliaria, invece i modelli elettrici con in motore posizionato nella parte inferiore dell’asta mostrano alti livelli di vibrazioni vicino alla mano di controllo.
Tuttavia le vibrazioni emesse dagli abbacchiatori riferite ai valori di accelerazione totale mostrano dati superori al valore limite di esposizione giornaliera stabilito dalla direttiva 2002/44/CE. Inoltre, la durata del tempo di esposizione considerato (3 ore) è chiaramente incompatibile con la lunghezza di una giornata di lavorativa standard del settore agricolo.

I rischi da evitare
I risultati delle prove effettuate nel corso della ricerca sottolineano gli alti valori di accelerazione trasmessa al sistema mano-braccio da tutti i modelli elettrici e pneumatici testati.
Essendo una situazione di alto rischio, il datore di lavoro deve assolutamente adottare misure immediate per ridurre l’esposizione, individuando le cause del superamento e prendendo le misure di protezione e prevenzione per evitare nuovi superamenti. La legge italiana, allo scopo di limitare l’esposizione alle vibrazioni trasmesse al sistema mano-braccio, vieta il superamento del valore limite di esposizione a breve di 20 m/s2 ed impone il valore limite di esposizione di 5 m/s2 (il livello d’azione rappresenta quel valore di esposizione a partire da quale devono essere attuate specifiche misure di tutela per i soggetti esposti; il valore limite rappresenta il livello di esposizione il cui superamento è vietato e deve essere prevenuto). Per tutti i modelli esaminati i valori sono stati molto più alti di quelli limite previsti dalla normativa vigente.
La ricerca sui macchinari agroforestali dovrebbe incoraggiare gli operatori e i costruttori ad adottare strumenti ergonomici per garantire elevate prestazioni di lavoro. In fase di progettazione, infatti, lo studio approfondito di alcuni aspetti tecnici è molto importante per avere un’efficace riduzione dell’esposizione a vibrazioni dannose. 
I primi risultati dell’indagine, in definitiva, oltre a richiamare l’attenzione su questa complessa e diffusa problematica, evidenziano la necessità di un uso molto accorto da parte degli operatori degli agevolatori di raccolta presi in esame e di un ulteriore sforzo da parte delle ditte costruttrici per ridurre le vibrazioni trasmesse al sistema mano-braccio.
Fonte: Informatore Agrario; 47-2013


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3. Il nuovo Piano d’Azione Nazionale

Il percorso per l’approvazione del Piano nazionale sull'uso sostenibile dei prodotti fitosanitari (PAN) è stato lungo e tortuoso. Ha avuto inizio nel 2009 e si è concluso il 19 dicembre 2013 con l’approvazione all’unanimità in Conferenza Stato Regioni.
Le ragioni di questo ritardo sono prevalentemente nella modalità scelta per la sua redazione che ha adottato l’approccio partecipato. Sono stati coinvolti numerosi portatori di interesse e, dopo la prima stesura, è stata aperta una consultazione pubblica che ha portato alla segnalazione di oltre 2.000 punti di miglioramento della bozza iniziale.
A questo si aggiunge che, a differenza dei paesi del nord Europa, l’Italia presenta alcune peculiarità che hanno contribuito a complicare ulteriormente l’insieme delle misure da adottare. Tra le più importanti si ricorda:

  • la grande varietà di produzioni (oltre 200 specie produttive in coltura specializzata contro le grandi distese di cereali o foraggere del nord);
  • una diffusa frammentazione del tessuto produttivo fatto di milioni di realtà ed interessi specifici;
  • competenze tecniche di eccellenza nella difesa integrata delle colture non aiutano a semplificare la stesura di norme generali.

Il Decreto ministeriale di imminente emanazione chiarirà tutti gli aspetti tecnici di attuazione del PAN.
Gli impegni per ministeri, Regioni e Province autonome
Il nuovo PAN assegna un lavoro enorme al Ministero delle Politiche agricole, al Ministero della Salute e alle Regioni (e province autonome di Trento e Bolzano) che si dovranno attivare e coordinare per renderlo attuabile da parte di tutti i soggetti coinvolti.
Oltre al Comitato Tecnico Scientifico che ha portato alla realizzazione del PAN, si ritiene auspicabile la creazione di un gruppo di coordinamento in grado di garantirne l’attuazione a vari livelli e per far fronte alle scadenze (ormai disattese) previste dal D. Lgs. 150/2012 come:

  • la comunicazione dell'elenco dei soggetti autorizzati alla vendita di prodotti fitosanitari (scadenza prevista per il 30/10/2012);
  • la comunicazione al Mipaaf delle misure messe in atto per la difesa integrata obbligatoria (scadenza prevista ogni anno a partire dal 30/04/2013);
  • la trasmissione delle misure messe in atto alla Commissione europea (scadenza prevista per il  30/06/2013);
  • l’istituzione del sistema della formazione e del rilascio delle abilitazioni (scadenza prevista per il 26/11/2013);
  • l’individuazione prodotti fitosanitari destinati ad utilizzatori non professionali (scadenza prevista per il 26/11/2013).

Cosa cambia per gli agricoltori
In Italia dal 1 gennaio 2014, si delineeranno tre diverse tecniche produttive:

  • difesa integrata obbligatoria;
  • difesa integrata volontaria;
  • difesa biologica.

Dalle informazioni disponibili al momento si intuisce che tutti gli agricoltori dovranno operare secondo i principi della difesa integrata e, pertanto, ciascuno di essi deve poter avere accesso a dati meteorologici, ricevere informazioni provenienti da una “rete di monitoraggio, previsione e avvertimento”, rispettare quanto previsto dai bollettini territoriali, disporre di materiale informativo sulla difesa integrata, mantenere aggiornato il registro dei trattamenti  e renderlo disponibile prima della raccolta.


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