APOL

A.P.OL.

SOCIETÀ COOPERATIVA - LECCE

Reg.CE n. 867/08 mod. dal Reg. UE n. 1220/11 - ANNUALITA’ 2014/2015

BOLLETTINO INFORMATIVO N. 1 - Gennaio 2015

SOMMARIO

  1. Crollo della produzione di olio di oliva nella campagna 2014/2015
  2. Il controllo del rinchite o punteruolo delle olive con i criteri di difesa integrata
  3. Gestione sostenibile del suolo: l’inerbimento
  4. Corso di formazione per responsabile di frantoio

1. Crollo della produzione di olio di oliva nella campagna 2014/2015

Un taglio del 35% per la produzione di olio di oliva nella campagna 2014/2015. E’ quanto emerge da una prima valutazione effettuata da Ismea in collaborazione con le organizzazioni degli operatori Aifo, Cno, Unaprol e Unasco. Un risultato riflette il clima particolarmente negativo. La produzione di olio di oliva di pressione dovrebbe così scendere quest’anno a 302 mila t rispetto alle 464 mila (dato Istat) della scorsa campagna.
Un calo significativo - spiega l’Ismea - ma meno accentuato rispetto a quello della Spagna, leader mondiale, che a causa dell’andamento climatico negativo ha addirittura dimezzato i livelli di produzione rispetto al dato 2013. A subire i contraccolpi di una situazione sfavorevole anche sotto l’aspetto fitosanitario (il clima avverso ha favorito gli attacchi di patogeni e parassiti, in particolare di mosca dell’olivo) sono stati tutti i principali poli produttivi regionali.
Sia in Puglia che in Calabria si prevede una contrazione di oltre un terzo dei quantitativi prodotti rispetto al 2013, mentre Sicilia e Campania subirebbero tagli rispettivamente del 22 e del 40%. Quasi dimezzata la produzione del centro Italia, con sviluppi altrettanto negativi al Nord.
Previsione ISMEA 2014/2015
Il mercato ha già reagito in Italia con un aumento dei prezzi alla produzione. L’olio italiano, che mantiene un ampio divario positivo rispetto al prodotto spagnolo, ha toccato in media punte di 4,40 €/kg franco frantoio, un valore superiore di quasi il 50% ai livelli dell’anno scorso. Gli oli italiani, oltre a un prezzo più alto, che attesta il riconoscimento di una migliore qualità da parte dei mercati internazionali, stanno beneficiando di una forte spinta dell’export.
Tra gennaio e luglio di quest’anno le vendite all’estero, grazie ai progressi in Nord America, Giappone e Ue, sono aumentate in volume del 13% rispetto ai primi sette mesi del 2013. Ancora più sostenuta la dinamica degli oli extravergini, il prodotto di maggior pregio, con l’export cresciuto del 18% su base annua. Da evidenziare che la bilancia commerciale del settore, nonostante il forte aumento dell’import soprattutto dalla Spagna, ha chiuso i primi sette mesi del 2014 con un saldo attivo di quasi 16 milioni di euro.
«Quello che colpisce – afferma David Granieri, presidente di Unaprol– è l’assenza di una visione strategica del sistema Paese sul futuro di questo settore. L’eccezionale attacco di mosca olearia che ha colpito in maniera significativa numerose aree vocate dell’olivicoltura italiana, dopo l’eccezionale ondata di maltempo, mette in evidenza la necessità di implementare un sistema di monitoraggio e prevenzione che limiti in futuro i danni sulla produzione».
L’unico segmento che non riesce a beneficiare dei valori della crescita è quello della produzione nonostante il differenziale di prezzo tra gli oli italiani e quelli spagnoli, che, in questo momento è di 1,47€ kg., rispetto a 0,43€ in media del 2013.
Scatta intanto l’allarme qualità. Assitol e Federolio, le aziende dell’industria e del commercio assorbiranno tutta la produzione olivicola nazionale commercializzata, ma per soddisfare il fabbisogno totale del nostro Paese, pari a 1 milione di t, dovranno importare oltre 600mila t di olio, da aggiungere alle circa 300mila provenienti dagli oliveti italiani. Assitol e Federolio assicurano comunque «il pieno impegno dei propri soci nella selezione degli oli qualitativamente migliori. Il tutto in piena trasparenza e corretta informazione del consumatore: sarà possibile verificare agevolmente l’origine del prodotto, indicata sull’etichetta e, a breve, evidenziata sulla parte frontale per tutto ciò che sarà imbottigliato dopo il 13 dicembre, quando inizieranno ad applicarsi le nuove norme comunitarie sull’etichettatura degli oli d’oliva».
Fonte: Terra&Vita n.45/2014

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2. Il controllo del Rinchite o punteruolo dell’olivo con i criteri di difesa integrata

Ordine: Coleoptera; Famiglia: Curculionidae; Nome scientifico: Rhodocyrtus (Coenorrhinus) cribripennis.
L’adulto ha il corpo di colore rosso mattone con la parte ventrale nera. E’ ricoperto da una peluria dorsale bianco-giallastra e le elitre presentano delle marcate striature punteggiate. Misura 5-6 mm di lunghezza compreso il rostro e 3 mm di di larghezza.

L’uovo, ellittico, è di colore giallolimone e ha dimensioni inferiori al mm.
La larva è apoda e arcuata. A completo sviluppo è lunga 7 mm. E’ di colore giallo paglierino con il capo più scuro ed è dotata di un robusto apparato boccale masticatore.
La pupa, di colore giallo con le appendici bianche, misura 4,5 mm di lunghezza e si trova nel terreno.

Il rinchite sverna come pupa. In primavera (aprile-maggio) fuoriescono gli adulti che si portano sulle piante di olivo dove iniziano la loro attività trofica. Inizialmente si nutrono delle foglie, in particolare del parenchima della pagina inferiore lasciando intatta l’epidermide superiore che in seguito si distacca lasciando i fori. A causa di questa erosione le foglie più tenere disseccano, mentre quelle più sviluppate e consistenti continuano a crescere rimanendo però deformate. Anche i giovani germogli possono essere attaccati e, in tal caso, disseccano.

I danni maggiori sono soprattutto a carico delle drupe, di cui il rinchita si nutre praticando dei fori di 0,5 mm nella polpa e, se le olivine hanno ancora 3,5 – 4 mm di spessore della polpa, riesce con il rostro a forare l’endocarpo che non si è ancora indurito e a nutrirsi anche della mandorla (embrione), provocando una cascola precoce che generalmente avviene nel mese di luglio. Quando il nocciolo si è indurito, l’adulto del rinchite non riesce più a penetrarvi e danneggiare la mandorla perché il mesocarpo è più spesso, pertanto si limita a nutrirsi della polpa dormando dei fori.
Generalmente si hanno 4-6 fori per drupa, ma in base all’entità della popolazione del rinchite e alla quantità di olive presenti questo numero può elevarsi fino a valori di 20-30, determinandouna deformazione e un minore accrescimento delle olive.

Le ovodeposizioni iniziano a luglio e proseguono anche in agosto. Per deporre l’uovo le femmine praticano con il rostro un foro nella polpa e depongono l’uovo in prossimità del nocciolo. Le olive in cui si ha la deposizione dell’uovo non cadono precocemente ma restano attaccate alla pianta o cadono successivamente. Anche se possono essere deposte più uova su una drupa, solo una larva ha la possibilità di accrescersi e terminare lo sviluppo.

La larva appena nata, essendo dotata di un robusto apparato masticatore, perfora il nocciolo, vi penetra e si nutre della mandorla. Raggiunta la maturità, generalmente a fine settembre-novembre, pratica nel nocciolo un piccolo foro di uscita, di forma circolare di 1,5 mm di diametro nella zona equatoriale, attraversa la polpa e fuoriesce lasciandosi cadere al suolo dove si approfondisce per 5-10 cm. Alcune larve possono continuare a svilupparsi durante l’inverno nelle drupe situate ancora sulle piante o in quelle lasciate per terra. L’accrescimento delle larve si completa verso la fine dell’estetate dell’anno successivo a quello di nascita. Queste si impupano in un bozzolo terroso e gli adulti nascono durante l’inverno, ma solo nella primavera successiva emergono dal suolo.
Il rinchite ha, quindi, un ciclo biennale e si verificano annate di forte infestazione alternate a quelle di scarsa presenza dell’insetto.

I danni sono determinati essenzialmente dall’adulto a carico delle foglie, dei germogli e dei frutti. Sulle foglie, l’insetto erode il parenchima provocando una crescita irregolare mentre i germogli, se colpiti, disseccano completamente.
Le drupe, se sono attaccate nelle prime fasi di crescita, sino all’indurimento del nocciolo, subiscono una cascola precoce a luglio che può interessare anche il 70% della Produzione. Se invece le drupe sono colpite dopo l’indurimento del nocciolo, rimangono deformate e più piccole e cadono precocemente in autunno (le olive cadute ad opera del rinchite si riconoscono da quelle che cadono a causa della tignola per la diversa posizione del foro di uscita che nel caso del punteruolo è generalmente nella zona equatoriale, mentre per la tignola è all’inserzione del peduncolo).
Il rinchite attacca prevalentemente cultivar a taglia medio-piccola (Cellina, Ogliarola, Frantoio, ecc.), mentre le cultivar a drupa grossa (Coratina) e diverse olive da mensa sfuggono all’attacco poiché il rinchite, a causa dello spessore della polpa, non riesce a raggiungere con il rostro il nocciolo e quindi a ovodeporre nei pressi.

La difesa nei confronti del rinchite nella maggior parte dei casi non viene attuata e l’uso di insetticidi impiegati nel controllo di altri insetti (tignola – generazione carpofaga) riesce a contenere anche questo parassita. Negli ultimi anni però, tanto nelle zone dove si presenta il problema per le dimensioni delle olive, quanto dove non vengono consigliati trattamenti contro la tignola, si sta riscontrando una crescita rilevante della popolazione del rinchite con conseguente aumento del grado di dannosità. In tali casi è bene monitorare subito dopo l’allegagione le foglie e le olivine per accertare i primi sintomi dell’attacco ed intervenire tempestivamente con dimetoato, associandolo eventualmente a quello per la generazione carpofaga della tignola, per un max di 1 trattamento/anno.

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3. Gestione sostenibile del suolo: l’inerbimento

Tra le possibili alternative di gestione sostenibile del suolo olivetato, l’inerbimento controllato, nelle sue diverse modalità applicative, risulta essere tra le tecniche più effi caci, meno dispendiose e a minor impatto ambientale. La corretta applicazione di tale tecnica ha molteplici vantaggi: migliora le caratteristiche strutturali del suolo, aumentandone la portanza, riducendone il compattamento e la destrutturazione e agevolando la transitabilità delle macchine; favorisce l’incremento e l’umifi cazione della sostanza organica, bilanciandone i processi di mineralizzazione; migliora la regimazione idrica, aumentando l’infi ltrazione e la ritenzione dell’acqua piovana. Inoltre, la biomassa derivante dalla trinciatura del cotico ha un effetto pacciamante che riduce l’evaporazione, per cui l’olivo, coltivato su terreno inerbito opportunamente controllato, può disporre di una maggiore quantità d’acqua per un tempo più lungo, rispetto al suolo lavorato. L’inerbimento risulta, infi ne, il più efficace sistema di difesa dei suoli declivi dall’erosione per ruscellamento. Per contro, la non adeguata gestione di tale tecnica può generare competizione delle erbacee nei confronti dell’olivo per l’acqua e per i nutrienti. Tale evenienza può comunque essere facilmente evitata con la tempestiva trinciatura del prato e con eventuali concimazioni aggiuntive.

Le diverse tipologie dell’inerbimento
Le modalità applicative dell’inerbimento in olivicoltura si riassumono nel controllo dello sviluppo del cotico mediante trinciature periodiche delle essenze, naturali o appositamente traseminate, su parte o sull’intera superficie dell’oliveto, e tenendo conto dei volumi della biomassa erbacea, per il bilancio dei nutrienti e della sostanza organica, nella costituzione dei piani di nutrizione.

Inerbimento naturale permanente
È il tipo di inerbimento più semplice da realizzare. Consiste nel lasciare il suolo costantemente ricoperto dalla vegetazione spontanea, trinciata periodicamente. Inerbimento temporaneo. Si adotta nelle zone soggette ad aridità estiva, o dove siano maggiori i rischi di incendio. Consiste nell’eliminazione del cotico, prima che inizi la competizione idrica con l’olivo, mediante trinciatura e interramento della biomassa con una lavorazione superfi ciale. La copertura erbacea, naturale o artificiale, si ricostituirà nella successiva stagione autunnale.

lnerbimento artificiale
Si realizza seminando essenze a rapida emergenza, resistenti al calpestamento e alla pacciamatura derivante dai residui trinciati, in grado di garantire un rapido insediamento del cotico, che impedisca lo sviluppo e la diffusione di altre infestanti. Le ovvie limitazioni sono di tipo economico e gestionale: oltre alla scelta delle essenze e al costo della semina, dopo alcuni anni le specie autoctone tendono a ricolonizzare l’appezzamento, obbligando alla risemina. Per ovviare a questi inconvenienti si adottano strategie di coltivazione che favoriscono lo sviluppo delle essenze a qualsiasi titolo ritenute utili, a scapito di altre, troppo aggressive o comunque indesiderate. Nella pratica, si sfruttano le differenze di ciclo vegetativo delle diverse specie e la selettività di alcune sostanze attive, in questo caso impiegati come promotori di fl ora utile, piuttosto che come erbicidi.

Macchine per il controllo del cotico
Sono la falciatrice rotativa e la trinciatrice azionate dalla pdp e disponibili in vari modelli e configurazioni. Sono caratterizzate da grande capacità lavorativa e ridotto fabbisogno energetico, rispetto ai corrispondenti attrezzi che agiscono smuovendo il terreno. La trinciatrice ha il vantaggio di triturare l’erba falciata, riducendone i tempi di degradazione, e viene utilizzata anche per smaltire i residui di potatura, restituendo così al terreno ulteriori quantitativi di sostanza organica. Entrambe le macchine possono essere dotate di disco falciante interceppi, con tastatore, che consente di effettuare lo sfalcio dell’erba anche lungo il fi lare e intorno al colletto delle piante.

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4. Corso di formazione per responsabile di frantoio

AIFO ha organizzato un corso di formazione per  Responsabile di frantoio della durata di 80 ore che si terrà a Roma e rivolto ad imprenditori e tecnici di settore.

L’obiettivo fondamentale del Corso per Responsabile di Frantoio è fornire un percorso professionalizzante mirato ad accrescere le competenze nella gestione dell’Impresa molitoria per la produzione di un olio extravergine di oliva di qualità. 

Il “Mastro oleario” rappresenta la figura di riferimento dell’Impresa Frantoio ovvero la figura attorno alla quale ruotano le responsabilità delle scelte imprenditoriali.

Al termine della formazione l’iscritto avrà le competenze necessarie per potere valutare la materia prima da lavorare ed il miglior sistema di produzione sulla base delle necessità derivanti dalla domanda di mercato e dalle caratteristiche della materia prima o del tipo di lavorazione da effettuare. Avrà inoltre tutte le competenze necessarie ad assolvere agli obblighi di legge per tutti gli aspetti che interessano in modo diretto ed indiretto l’impresa Frantoio. Gestire le macchine, con l’eventuale supporto di collaboratori a lui subordinati, controllandone la regolazione ed il funzionamento, in modo tale da garantire il prodotto richiesto, nel rispetto della normativa vigente in materia di tutela dell'igiene, della sicurezza e del rispetto ambientale. 

Inoltre verranno fornite le basi per lo sviluppo del marketing aziendale sfruttando sia le potenzialità dei principali media che social network. Lo stesso responsabile di frantoio sarà in grado di effettuare valutazioni sulla idoneità della etichetta anche sulla base di quelle che sono le aspettative del consumatore finale. 

Contenuti:
- Principi di funzionamento delle macchine di frantoio;
- Tracciabilità: principi, norme e loro applicazione;
- Controllo igienico degli impianti e del frantoio;
- Gestione e valorizzazione dei sottoprodotti e smaltimento dei reflui;
- Valutazione delle materie prime, dei prodotti e dei sottoprodotti;
- Sicurezza del frantoio e prevenzione degli infortuni;
- Valutazione chimica e sensoriale degli oli;
- Marketing; 
- Gestione ed amministrazione di impresa;
- Innovazione e finanziamenti;
- Analisi sensoriale degli oli;
- Chimica dell’olio.

Le lezioni saranno tenute da esperti e docenti di settore ed avranno luogo nella città di Roma; indicativamente il corso verrà espletato in 10 giornate previste nei mesi di Febbraio e Marzo 2015. Info: www.associazionefrantoiani.it

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