Pubblicato
nel Bollettino Ufficiale della Regione Puglia n. 43 del 21 marzo 2013 il
provvedimento di aggiornamento riguardante le “Norme eco-sostenibili per la difesa
fitosanitaria e il controllo delle infestanti delle colture agrarie”
che, com’è noto, costituiscono le linee guida del Disciplinare di produzione
integrata adottato da APOL nell’ambito della Misura B del reg. CE 867/08 e
s.m.i.
La corretta gestione fitosanitaria di un agro-ecosistema inizia dalla corretta impostazione di tutte le pratiche agronomiche necessarie alla sua conduzione, a
partire dall’impianto, e che possono giocare un ruolo nel limitare l’insorgere
e il diffondersi delle diverse avversità che possono colpire le singole
colture.
Di
seguito alcune delle priorità che contraddistinguono le pratiche agricole
eco-sostenibili:
- scelta
di varietà resistenti o tolleranti alle avversità;
- impiego
di materiale di propagazione sano e certificato ai sensi della normativa
fitosanitaria vigente;
- adozione
di pratiche agronomiche in grado di creare condizioni sfavorevoli agli
organismi dannosi (ad es. ampie rotazioni, concimazioni equilibrate,
irrigazioni localizzate, ecc.);
- impiego
di mezzi fisici e meccanici;
Negli
ultimi anni si è andata affermando, con sempre maggiore vigore, l’esigenza di
ottenere prodotti agroalimentari salubri e provenienti da coltivazioni condotte
con tecniche produttive a ridotto impatto ambientale, rispettose della salute
degli agricoltori e dei consumatori.
Sul
piano della difesa delle colture agrarie dalle avversità parassitarie, l’Amministrazione
Regionale, in accordo con quelle che sono le linee programmatiche della
Politica Agricola Comunitaria e Nazionale (Direttiva
CE m. 128/2008 che istituisce un quadro per l’azione comunitaria ai fini
dell’utilizzo sostenibile dei pesticidi; D.Lgs
n. 150/2012 che adotta il Piano di
Azione Nazionale per l’uso sostenibile dei prodotti fitosanitari), ha
avviato azioni specifiche a supporto dell’agricoltura sostenibile al fine di
regolare l’impiego dei prodotti fitosanitari e razionalizzarne l’uso con le
relative quantità utilizzate.
La
scelta dei principi attivi da impiegare per ciascuna coltura, riportati nelle
tabelle che compongono “Le norme eco-sostenibili per la difesa fitosanitaria e
il controllo delle infestanti delle colture agrarie”, è stata effettuata sulla
base delle seguenti valutazioni:
- l’efficacia
nei confronti dell’avversità da controllare;
- la
selettività per la coltura;
- la
selettività nei confronti degli organismi utili;
- il
minor impatto per la salute dell’uomo e per l’ambiente (residualità sulle
produzioni e nell’ambiente, mobilità nel suolo e conseguente rischio di
inquinamento delle falde, ecc.);
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Ordine:
Lepidoptera; Famiglia: Yponomeutidae; Nome scientifico: Prays oleae
Bern.
L’adulto
di P. oleae è una farfalla con livrea giallo argentea con macchie nerastre
sulle ali. L’uovo è di forma ovale,
lenticolare. La larva a completo
sviluppo è generalmente di colore bruno verdastro chiaro o nocciola più o meno
scuro.
Per
raggiungere il completo sviluppo la larva passa per 5 stadi di sviluppo
caratterizzati da dimensioni crescenti della capsula cefalica. La crisalide, di colore brunastro, ha
forma sub conica con la parte anteriore arrotondata.
Il ciclo di
P. oleae inizia dalle uova deposte sul calice dei bottoni fiorali da cui nascono,
dopo quattro o cinque giorni, le larve della prima generazione che penetrano nei fiori dove si nutrono degli
organi interni. Ogni larva è in grado di visitare 10-15 fiori legandoli con un
filo di seta fino a formare un glomerulo che rende facilmente individuabili i
fiori attaccati. Lo sviluppo larvale dura dai 20 ai 30 giorni, a completo
sviluppo la larva si incrisalida in un bozzoletto tessuto all’interno del
glomerulo o in anfratti della corteccia da cui, dopo 10-15 giorni, sfarfallano
gli adulti della seconda generazione.
Le femmine di questa generazione depongono le uova sul calice di frutticini, in
prossimità del peduncolo. Dopo una incubazione di 5-6 giorni nascono le larve (1)
che realizzano una galleria parallela al peduncolo attraverso la quale
raggiungono i cotiledoni all’interno del nocciolo (2, 3). L’incrisalidamento
può avvenire sia all’interno che all’esterno del frutto (4), di solito nel
terreno. A fine estate compaiono gli adulti della terza generazione. Le uova vengono deposte sulla pagina superiore
delle foglie, in prossimità della nervatura centrale. Dopo alcuni giorni
nascono le larve che penetrano nel tessuto fogliare all’interno del quale si
sviluppano attraverso cinque stadi ciascuno dei quali causa erosioni
caratteristiche. Questa generazione costituisce la forma svernante
dell’insetto, l’incrisalidamento avviene nel mese di marzo.
L’entità
dei danni arrecati da P. oleae
presenta, nella zone di diffusione, una variabilità molto ampia. Le larve di
prima generazione danneggiano le infiorescenze. La percentuale di fiori
attaccati può variare da poche decine fino a valori, in casi eccezionali, anche
del 90-95%. Le larve della generazione carpofaga danneggiano la drupa e ne
provocano la cascola in due momenti diversi, in giugno-luglio quando penetrano
all’interno del frutto e in settembre-ottobre quando escono dal frutto per
incrisalidarsi. I frutti caduti nella prima fase di solito sono confusi con il
diradamento naturale o con la cascola tipica dell’olivo. Anche se la
percentuale di piccole olive soggette a cascola è elevata, la produzione è
compensata dall’incremento ponderale in peso dei frutti rimasti e da una
migliore resa in olio. Nella seconda fase cadono i frutti ormai prossimi alla
maturazione. È di solito questa cascola che impressiona l’olivicoltore quando
ormai non è più possibile prendere provvedimenti di difesa. Le erosioni causate
sulle foglie dalle larve di terza generazione limitano l’attività fotosintetica
della pianta che tuttavia non determina mai livelli di danno tali da
giustificare interventi di difesa.
Le
norme di Difesa Integrata promosse dall’Osservatorio Fitosanitario della
Regione Puglia per il controllo della Tignola delle olive (Prays oleae),
riprese integralmente dal Disciplinare di Produzione Integrata di APOL
nell’ambito della Misura 2b del Reg. CE 1220/11, prevedono i seguenti
comportamenti.
Soglia di intervento (solo per la
generazione carpofaga)
- Per
le olive da olio: 10 - 15% di uova e/o di larvette in fase di penetrazione
nelle olivine.
-
Per
le olive da tavola: 2-3%
Interventi chimici
Sulla base delle
catture a mezzo di trappole a feromoni
tracciare la curva di volo degli adulti della generazione antofaga che danno
origine alla generazione carpofaga. Intervenire quasi alla fine della curva di
volo della generazione antofaga e comunque prima dell’indurimento del nocciolo
al superamento della soglia di intervento.
Principi attivi e modalità di intervento
E’
consentito l’uso del Dimetoato. Gli
interventi chimici sono giustificati solo per le varietà a drupa grossa e per
la sola generazione carpofaga per un max di 1trattamento. E’ obbligatorio
collocare la trappola innescata con feromoni sessuali.
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