APOL

A.P.OL.

SOCIETÀ COOPERATIVA - LECCE

Reg.CE n. 867/08 mod. dal Reg. UE n. 1220/11 - ANNUALITA’ 2014/2015

BOLLETTINO INFORMATIVO N. 10 - Ottobre 2014

SOMMARIO

  1. Le attività divulgative e formative di APOL nel mese di ottobre
  2. Raccolta olive, a rischio resa e qualità per gravi attacchi di mosca
  3. Xylella Fastidiosa, il Mipaaf comunica le azioni del piano di intervento
  4. Indagine CNO: il profilo dell’olivicoltore italiano

1. Attività divulgative e formative a favore delle aziende associate APOL

Comincia in ottobre il programma di attività divulgative e formative del progetto APOL per il miglioramento della qualità dell’olio e delle olive da tavola relativo all’annualità 2014-2015.
I due incontri in programma a Salve e San Donato costituiscono l’occasione per divulgare alle aziende associate ricadenti in questi nuovi distetti operativi i contenuti chiave del disciplinare di produzione integrata che APOL ha adottato con la Misura 2b. Nel primo incontro si parlerà delle procedure e delle regole per ottenere produzioni di qualità rispettando l’ambiente. Il secondo è, invece, riservato all’analisi del percorso tecnico/amministrativo che conduce alla certificazione del prodotto secondo le disposizioni del disciplinare di produzione integrata di APOL.
A margine degli incontri ci sarà una sezione dedicata alla presentazione dei contenuti delle Linee Guida per il contenimento della diffusione di Xylella Fastidiosa subsp. Pauca – ceppo CoDiRO e la prevenzione e il contenimento del complesso del disseccamento rapido dell’olivo (CoDiRO).  
Nello stile di APOL, tutte le manifestazioni avranno un approccio operativo e saranno condotte con il modello del confronto tra procedure messe in atto ed esperienze realizzate dalle aziende coinvolte. I calendario degli incontri è il seguente:

  • Salve, 28/10/2014 ore 17:30-19:30, Azione 2b, incontro divulgativo sul tema “Il disciplinare di produzione integrata APOL: procedure e regole per ottenere produzioni di qualità rispettando l’ambiente”; relatori Dott. Antonio De Donno, Dott. Agr. Giovanni Muia, dott. Agr. Alessandro Giannone tecnici APOL;
  • San Donato 29/10/2014 ore 17:30-19:30, Azione 2b, incontro divulgativo sul tema “Olivicoltura integrata: i vantaggi della certificazione di prodotto (applicazione del Disciplinare di produzione integrata APOL); relatori Dott. Antonio De Donno, Dott. Agr. Giovanni Muia, dott. Agr. Alessandro Giannone tecnici APOL.

» TORNA SU

2. Raccolta olive, a rischio resa e qualità per gravi attacchi di mosca

In generale, le condizioni climatiche che si verificano nel mese di settembre sono quasi sempre favorevoli allo sviluppo dei fitofagi e delle principali avversità fungine che attaccano l'olivo.
Questo periodo rappresenta sicuramente una delle fasi più delicate della lotta contro la mosca dell'olivo (Bactrocera oleae). L'insetto, che è presente sulla coltura allo stadio di adulto praticamente durante tutto l'anno, nel corso del 2014 ha trovato condizioni favorevoli grazie all'andamento particolarmente mite e piovoso di fine inverno e primavera con conseguenti attacchi precoci anche in luglio ed agosto.
 
In molte zone olivicole, anche su “cellina” ed “ogliarola”, sono state riscontrate infestazioni elevate già a partire dall'inizio di luglio. Visto l'andamento stagionale, la deposizione di settembre potrebbe rivelarsi ancora più dannosa in considerazione che l'attività della mosca dell'olivo è favorita proprio dai valori termici di questo periodo (20-27 °C) e dal fatto che le drupe sono ormai particolarmente recettive agli attacchi.

Si ricorda che ciascuna femmina è in grado di deporre qualche centinaio di uova (ma può arrivare fino a 1.000). In genere una per frutto. La larva che si sviluppa scava nella polpa dell'oliva una galleria di aspetto filiforme nel primo stadio di sviluppo, che assume dimensioni maggiori in quelli successivi. Infestazioni elevate oltre che provocare perdite di produzione, causate dalla cascola delle olive colpite, peggiorano la resa in olio e causano gravi alterazioni biochimiche ed organolettiche dei frutti che peggiorano la qualità dell'olio prodotto.

La strategia di difesa proposta dal APOL attraverso il Disciplinare di Produzione Integrata nell’ambito della Misura B) del Reg. UE 867/08 e s.m.i. e nelle linee guida che accompagnano le attività di assistenza tecnica della Misura C), prevedono che la difesa debba essere particolarmente attenta e correttamente pianificata, poiché eventuali errori possono comportare, come più volte sostenuto, sia danni qualitativi sia forti perdite produttive.
Le linee di difesa utilizzabili contro questo temibile insetto sono diverse ma per omogeneità di esposizione si possono raggruppare in interventi con finalità larvicida ed interventi con finalità adulticida. In entrambi i casi è importante verificare con attenzione l'andamento dei voli degli adulti e i livelli di infestazione nelle drupe. Il monitoraggio dei voli del fitofago si realizza installando in campo trappole attrattive per i soli maschi della specie (con innesco a feromoni) oppure per entrambi i sessi (con innesco alimentare e a feromoni e/o con pannello cromotropico).
Come ampiamente illustrato nel bollettino n. 8/2014, le norme di Difesa Integrata promosse dall’Osservatorio Fitosanitario della Regione Puglia per il controllo della Bactrocera oleae, riprese integralmente dal Disciplinare di Produzione Integrata di APOL, prevedono i seguenti comportamenti.
Per determinare il grado di infestazione del parassita vengono utilizzate metodologie di monitoraggio con rilevamento degli adulti mediante uso di trappole e campionamenti di drupe allo scopo di stimare la “soglia di intervento” (parametro economico nella valutazione della necessità dell’intervento fitoiatrico). Per monitorare la dannosità del parassita si consiglia di installare trappole attrattive innescate a feromone sin dall’inizio dei primi voli e di analizzare un campione di 100 olive prelevate da 10 piante rappresentative dal campo. Il trattamento chimico è giustificato quando si supera il 10 % di infestazione attiva (somma di uova e larve vive).
Una corretta impostazione della lotta integrata contro la mosca, va eseguita accertando periodicamente l’andamento dell’infestazione sulle drupe. Il campione prelevato va esaminato con opportune attrezzature (lenti di ingrandimento, microscopi) per valutare l’infestazione attiva costituita dalla somma, su 100 olive, delle uova e del numero di larve vive, mentre l’infestazione totale comprende anche il numero di pupe e i fori di uscita. Per determinare la soglia di intervento viene considerata solo l’infestazione attiva.
Per il controllo della mosca delle olive, sono state attivate negli ultimi anni numerose sperimentazioni allo scopo di ridurre le dosi di sostanza attiva da impiegare, gli effetti negativi sugli organismi utili. Prove sono state eseguite allo scopo di localizzare il trattamento a una parte della chioma con l’impiego di esche proteiche avvelenate, o con l’uso di trappole attivate con feromoni e esche proteiche miscelate ad insetticida.
La forma di controllo più utilizzata nell’area mediterranea è la lotta curativa o larvicida diretta principalmente contro le larve presenti nella polpa con l’uso di prodotti con buone capacità di penetrazione, esplicando una azione endoterapica. Il sistema curativo va impiegato quando l’infestazione attiva ha raggiunto il valore del 10-15% (soglia di intervento), e comunque nelle prime fasi di sviluppo della mosca (uovo e larva di I° età).
INTERVENTI CHIMICI
Nelle olive da mensa anche la sola puntura può determinare deformazione della drupa, pertanto l’intervento deve essere tempestivo al rilievo delle prime punture.
Nelle olive da olio effettuare interventi:

  • preventivi adulticidi con esche proteiche (max 5 interventi) avvelenate con spinosad o dimetoato intervenendo alle primissime infestazioni o applicando il metodo “Attract and Kill” utilizzando trappole innescate con feromone e impregnate con deltametrina o lambda-cialotrina;
  • curativi nei confronti delle larve al superamento della soglia intervenire, nelle prime fasi di sviluppo della mosca (uovo e larva di 1° età) utilizzando dimetoato (max 2 interventi all’anno indipendentemente dell’avversità), fosmet (max 2 interventi all’anno indipendentemente dell’avversità), imidacloprid (max 1 intervento all’anno).

In caso di infestazioni tardive anticipare la raccolta senza intervenire chimicamente.
Nel caso di lotta larvicida si interviene con insetticidi organofosforici al superamento della soglia del 10-15% di infestazione attiva. Nella strategia adulticida si interviene su una parte limitata della chioma con una miscela di insetticida e attrattivo alimentare (esca proteica) al superamento della soglia del 1-2% di infestazione attiva o, nel caso di utilizzo di modelli previsionali, nell'epoca prevista di inizio deposizione. Piogge intense (>20 mm), cadute nei primi giorni successivi al trattamento, ne diminuiscono notevolmente l'efficacia.

» TORNA SU

3. Xylella Fastidiosa, il Mipaaf comunica le azioni del Piano di Intervento

Il Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali rende noto che nella riunione del 25 settembre 2014 della Conferenza Stato Regioni, presieduta dal Sottosegretario alle politiche agricole Giuseppe Castiglione, è stato acquisito il parere favorevole sul decreto relativo alle misure di emergenza per la prevenzione, il controllo e l'eradicazione della Xylella fastidiosa nel territorio nazionale.
Le azioni contenute nel decreto, approvate in sede di Comitato Fitosanitario Nazionale con il supporto del Comitato tecnico-scientifico, forniscono un importante strumento per la gestione dell'emergenza fitosanitaria che colpisce il Salento.
Il provvedimento infatti definisce nello specifico le misure fitosanitarie necessarie per prevenire l'introduzione e la diffusione del patogeno sul territorio nazionale e identifica inoltre azioni mirate per la Provincia di Lecce.
Le misure fitosanitarie in questione prevedono:

  • l'identificazione delle "zone infette" e le zone circostanti denominate "zone cuscinetto", in accordo con la Decisione della Commissione europea del 23 luglio scorso;
  • a tale riguardo, verranno istituiti, nella zona indenne a nord della provincia di Lecce, una "zona cuscinetto" immediatamente a ridosso della zona infetta della Provincia di Lecce, che si estende dallo Ionio all'Adriatico, articolata in una profondità di 2 km, nonché un ulteriore "cordone fitosanitario" di altri 2 km di profondità, ad adeguata distanza dalla prima verso Nord;
  • l'avvio immediato del monitoraggio "a tappeto" ai margini settentrionali della zona infetta in una fascia contigua alla zona cuscinetto di 1 km di profondità;
  • interventi nella "zona cuscinetto" e nel "cordone fitosanitario" consistenti in un monitoraggio costante a maglie strette, trattamenti con fitofarmaci autorizzati ed interventi agronomici contro gli insetti vettori, eliminazione delle piante ospiti erbacee ed estirpazione di eventuali piante infette;
  • potenziamento dei controlli sull'eventuale presenza dell'infezione nei vivai della zona infetta e rigoroso controllo della movimentazione dei prodotti "a rischio" identificati, nel rispetto della Decisione europea;
  • piano di controlli in collaborazione con il Corpo Forestale dello Stato e l'Ispettorato repressione frodi (ICQRF), soprattutto per quanto concerne la movimentazione del materiale "a rischio";
  • allargamento all'intero territorio nazionale del programma di indagini mirate;
  • idonea campagna di comunicazione ed informazione.

» TORNA SU

4. Indagine sull’olivicoltura italiana 2013-2014: il profilo dell’olivicoltore

Conoscere le caratteristiche degli imprenditori olivicoli, le aspettative, le aspirazioni e i problemi che affrontano nella loro attività, appare oggi, più che nel passato, un processo fondamentale per definire e sostenere strategie di valorizzazione dell’olio di oliva italiano e salentino che vive forti concorrenze di mercato pur esprimendo una qualità assoluta e generalmente superiore a molti oli di oliva europei ed extraeuropei.
La ricerca realizzata dal CNO “Indagine sull’olivicoltura italiana 2013-2014” attraverso un campione di 1.000 aziende olivicole selezionato, appare utilissima per mettere a fuoco i molti elementi di conoscenza necessari al sostegno della competitività aziendale, nonché un importante strumento per approfondire alcune tematiche collegate alla produzione e alla commercializzazione dell’olio di oliva.

In linea con gli obbiettivi dell’indagine, riteniamo che essa possa costituire un’occasione di riflessione e analisi per approfondire caratteristiche, bisogni e problematiche proprie di un settore estremamente importante per la nostra agricoltura, soprattutto meridionale, basti pensare che dalla consultazione delle banche dati ufficiali si evince che oltre 1.000.000 aziende agricole presentano particelle di superficie olivetata.

L’interesse di APOL su questo studio è particolarmente rivolto all’analisi del profilo dell’attuale titolare dell’azienda olivicola (Capitolo 1), che pubblichiamo integralmente in questo numero, e al modello di gestione dell’impresa (Capitolo 2) che sarà pubblicato nel numero di novembre.

Il profilo del titolare dell’azienda olivicola

L’agricoltura italiana è anagraficamente “vecchia”, si potrebbe dire che il mondo del lavoro del nostro Paese è tendenzialmente vecchio, date le difficoltà per i giovani di trovare condizioni di inserimento stabile.

I giovani, con età inferiore ai 40 anni, nell’intero mondo agricolo che si interfaccia con il sistema di aiuti comunitari, nazionali e regionali è di appena il 6,2%, 90.000 unità su un totale di 1.300.000 costituenti la platea delle aziende che percepiscono una o più forma di aiuto.

Un valore troppo basso su cui concentrare sforzi ed attenzione, politiche e risorse, sebbene si debba rilevare come negli ultimissimi anni si siano registrati chiari segnali di inversione di tendenza, con un aumento dei giovani che si affacciano all’imprenditoria agricola.

Fonte CNO Elaborazioni su dati Monitoraggio

Il dato evidenziato nel grafico a lato è interessante in quanto racconta di una olivicoltura meridionale con un numero di giovani percentualmente superiore alla media nazionale delle aziende agricole mostrando una prospettiva sicuramente incoraggiante per l’olivicoltura italiana.

Sotto il profilo del genere, permane una decisa prevalenza degli uomini titolari di impresa con una forte differenza tra Sud e Isole rispetto al Centro Nord.

 

Fonte CNO Elaborazioni su dati Monitoraggio

Molto interessante e forse sorprendente è il dato riferito al grado di istruzione dei titolari di impresa olivicola componenti il campione, da cui si evince come la scolarizzazione sia un elemento sempre più diffuso con una maggioranza espressa da titolari d’impresa con diploma di scuola media superiore con un 36% del campione CNO e un interessante percentuale media del 12% di laureati.

  Fonte CNO - Elaborazioni su dati Monitoraggio

 

Elemento meno positivo è quello espresso dal grafico successivo in cui si evidenzia come la formazione e quindi l’aggiornamento degli imprenditori sia scarso: il 67% degli intervistati non ha partecipato a corsi negli ultimi 5 anni. Questo sia per il titolare che per i suoi familiari. Un dato reso ancora più preoccupante dalla considerazione che tra gli intervistati ci sono numerosi soggetti che, coinvolti nei programmi delle Organizzazioni di produttori, sono coinvolti in numerosi eventi tra corsi di formazione veri e propri, convegni e giornate dimostrative di tecniche innovative. Questa considerazione spinge a chiamare in causa anche la gestione dei Piani di Sviluppo Rurale e la scarsità di risorse destinate alla formazione che resta un anello fondamentale per il trasferimento delle innovazioni e della ricerca.

Fonte CNO Elaborazioni su dati Monitoraggio

 

Prendendo in esame il 33 % del campione che risulta aver partecipato ad attività di formazione, la gestione agronomica dell’azienda appare la tipologia formativa più partecipata soprattutto al Sud e Isole (44%), mentre al Centro Nord invece prevale la formazione in tema di certificazione.

Fonte CNO - Elaborazioni su dati Monitoraggio

Il grafico seguente consente di fotografare attraverso il campione oggetto dell’indagine una immagine sicuramente rappresentativa delle diverse forme di conduzione presenti. Il Centro Nord presenta Part Time ridotto e una analoga proporzione tra le figure del Coltivatore Diretto, dell’Imprenditore Agricolo Professionale e del Pensionato.

Al Sud e Isole, invece, l’olivicoltura vede il 30% dei conduttori condurre le aziende in part time. A livello nazionale le quattro forme di conduzione prese a riferimento appaiono sostanzialmente omogenee come incidenza, sebbene i profili ‘full time’ (CD e IAP) gestiscano complessivamente la metà delle aziende campionate.


Fonte CNO - Elaborazioni su dati Monitoraggio

Fonte CNO - Elaborazioni su dati Monitoraggio

Coerentemente con i dati emersi sulla forma di conduzione il reddito del titolare proviene prevalentemente dall’attività agricola, talvolta anche in presenza di titolari che operano in regime di part time o sono pensionati.
Tratto da: CNOIndagine sull’olivicoltura italiana 2013-2014 - Parte IV” (scarica documento)

» TORNA SU

A.P.OL. Soc. Coop.
Via Ugo Foscolo, 2 - 73100 Lecce - Tel: 0832.091737 - Fax: 0832.091736 - info@apol.it - www.apol.it