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 Venerdì 28 marzo 2014, ore 9,00, presso l’Hotel Hilton Garden di Lecce si terrà il Seminario  organizzato da APOL sulla PAC 2014-2020 a conclusione della seconda annualità del  programma di attuazione del Reg. CE 867/08 e s.m.i. Subito dopo il saluto del  presidente di APOL B. Accogli e dei  rappresentanti delle istituzioni intervenuti, la prima sessione dei lavori si aprirà con la presentazione dei  risultati delle attività avviate da APOL nel corso della prima e seconda  annualità tanto nel campo dell’Attività B) – Miglioramento dell’impatto ambientale dell’oleicoltura, quanto in  quello dell’attività C) – Miglioramento  della qualità di produzione di olio di oliva e delle olive da tavola. L’intervento  del prof. S. Camposeo sulla definizione di pratiche  agronomiche e tecnologiche per la diversificazione produttiva degli oli delle  cultivar Cellina e Ogliarola nel Salento chiuderà la prima parte della  mattinata. 
La seconda sessione sarà dedicata  all’approfondimento del ruolo, organizzazione ed obiettivi dell’olivicoltura  salentina e pugliese nella PAC 2014-2020. La tavola rotonda sarà introdotta dal Dott. G. M. Ferro (Accademia  Georgofili – Firenze) e dalle relazioni dei Dott.ri G. Sicolo (CNO) e R.  Baldassarre (Parlamentare europeo). Al dibattito, oltre ai rappresentanti di  APOL, CIA e CNO, parteciperanno il prof. L. De Bellis (Università del Salento),  il Dott. R. Centonze (Presidente Ordine Agronomi e Forestali di Lecce), imprenditori  olivicoli ed esponenti delle organizzazioni professionali del territorio. Le  conclusioni saranno a cura del Dott. F. Nardoni (Assessore regionale Politiche  Agricole) e del Dott. P. De Castro (Presidente Commissione Europea Agricoltura  e Sviluppo Rurale). 
Il seminario si  concluderà con la presentazione e sottoscrizione dell’accordo di collaborazione tra APOL, CIA – Lecce e CNO – Roma e con  la consegna degli attestati ai  partecipanti ai corsi sulla sicurezza per datori di lavoro e lavoratori  agricoli e dei diplomi di assaggiatori di oli di oliva organizzati da APOL.  
 
“L’impegno di  APOL, spiega il Presidente B. Accogli, a  sostenere la commercializzazione delle produzioni di olio di oliva extravergine  e delle olive da tavola dei propri soci è in cima alle priorità della nostra  Associazione. Il Seminario ha lo scopo di avviare una profonda riflessione  sulle politiche agricole promosse dalla nuova PAC al fine di individuare  strategie e strumenti finalizzati al miglioramento strutturale e produttivo  dell’olivicoltura salentina, nonché alla valorizzazione dell’olio di qualità e  del territorio. Nella terza annualità del programma di attuazione del Reg. CE  867/2008, conclude il Presidente Accogli, tutte le nostre energie saranno concentrate verso l’obiettivo ambizioso  di cooperare con le istituzioni, i portatori di interesse e, soprattutto, con  gli altri organismi associativi del territorio al fine di concentrare in  un’unica struttura commerciale l’olio extravergine di oliva salentino per  promuoverlo e valorizzarlo con un unico marchio”.  
Programma 
 
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Anche per la  seconda annualità del programma triennale di attuazione del Reg. CE 867/08 e  s.m.i, l’Organizzazione dei Produttori APOL - Lecce ha dato avvio all’Azione 3f inserita nell’ambito dell’Attività 3: Miglioramento della qualità della produzione  di olio d'oliva e di olive da tavola. Per ciascuna annualità, essa prevede  la realizzazione di un corso per assaggiatori di oli di oliva vergini con  conferimento di attestato di idoneità fisiologica all'assaggio dell'olio di  oliva vergine, ai sensi del Decreto del Ministero delle Politiche Agricole e  Forestali D.M. 1334 del 28/02/2012. 
L'analisi sensoriale, oltre ad essere il  modo per stabilire l’appartenenza degli oli vergini da olive alle diverse  classi merceologiche, rappresenta una tecnica fondamentale ed irrinunciabile  per caratterizzare e valorizzare i prodotti ottenuti. La valutazione dei  parametri organolettici, infatti, oltre ad esprimere pregi e difetti di un  olio, costituisce la metodologia investigativa più efficace per avere tutte  quelle informazioni in grado di “identificare” un olio rispetto alla sua  appartenenza varietale e alla sua provenienza in termini di tecnica produttiva  e territorio. 
In  considerazione che le analisi sensoriali possono essere eseguite solo da  operatori esperti dotati di specifiche sensibilità e capacità di percezione dei  parametri considerati, ne consegue che l’affidabilità del sistema di  valutazione sensoriale, e quindi degli assaggiatori professionisti, deve essere  molto elevata, soprattutto quando è necessario fornire risposte certe in sede  di ammissibilità sul mercato di un determinato olio o di verifica della  rispondenza dei requisiti dello stesso agli standard definiti nell’ambito di  Disciplinari di Certificazione. 
Il corso si  svolge dal 3 al 13 marzo presso il Palazzo Ducale di Presicce (Le). Il  programma si articola in 7 incontri di cinque ore ciascuno di lezioni  teorico-pratiche (moduli di didattica frontale su specifici argomenti, seguiti  da esercizi di assaggio degli oli), i cui contenuti sono riportati  nell’allegato programma. 
Il responsabile  del corso è il Dott. Giorgio Cardone capo panel inserito nell'elenco regionale dei tecnici ed esperti degli oli di  oliva extravergini e vergini - aggiornamento 2011 pubblicato nel Bollettino  Ufficiale della Regione Puglia n. 43 del 24/03/2011. 
Durante il corso  si terranno le prove selettive di verifica dei requisiti di idoneità  fisiologica all’assaggio. Il superamento delle prove determinerà il rilascio  dell’attestato di idoneità fisiologica all'assaggio dell'olio di oliva vergine  funzionale all’iscrizione all’elenco nazionale di tecnici ed esperti degli oli  di oliva vergini ed extravergini. 
Informazioni  possono essere fornite presso la sede Apol ed i centri di assistenza tecnica  Apol: 
  - APOL Società Cooperativa – Organizzazione di  Produttori Olivicoli Via Ugo Foscolo, 2 – 73100 Lecce Tel. 0832.091737 – Fax  0832.091736;
 
  - Sede operativa APOL, Borgagne - Z.I. Borgagne via  Sant’Andrea;
 
  - Oleificio Montevergine, Carpignano (Le) Strada Comunale  Serrano - Cannole km 2. 
 
 
info@apol.it; www.apol.it; 
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In materia di  concimazione, se da un lato l’eccessiva distribuzione di concimi minerali  determina impatti negativi sull’ambiente, come ad esempio il dilavamento di  nutrienti azotati e alterazione degli equilibri microbici e chimici del suolo,  uno scarso apporto di sostanze fertilizzanti induce, per contro, a  problematiche di sviluppo e redditività delle piante. La concimazione,  pertanto, assume un ruolo strategico nella gestione degli oliveti e la restituzione  degli elementi nutritivi non può prescindere dall’assunzione di pratiche  agronomiche mirate alla conservazione della fertilità del suolo e al rispetto  dell’ambiente, nonché dalla messa a punto di specifici piani di concimazione. 
Come per  qualsiasi coltura agraria, la concimazione dell’olivo deve, tra gli altri,  tener principalmente conto dei seguenti aspetti: 
  - stato nutrizionale ed età della pianta;
 
  - epoca di somministrazione;
 
  - fertilità chimica, fisica e biologica del terreno;
 
  - tecniche colturali impiegate. 
 
 
Il criterio  guida del disciplinare adottato da APOL nell’ambito della Misura B) del  programma di attuazione del Reg. CE 867/08 e s.m.i. finalizzato alla  definizione del piano di concimazione, si basa sull’analisi chimico-fisica del  terreno da effettuarsi con cadenza di almeno 3 – 4 anni per appezzamento  omogeneo. 
Riguardo al  calcolo delle quantità delle unità fertilizzanti e alle modalità di  somministrazione il disciplinare raccomanda di privilegiare l’impiego di  fertilizzanti organici o organominerali, tenendo presente che: 
  - l’utilizzo dei liquami è consentito nei limiti  indicati dalla “Relazione sulla designazione delle zone vulnerabili ai nitrati  nella Regione Puglia” pubblicata sul BURP n. 13/2006 e dalla D.G.R. n.  1334/2007 relativa al “Piano regionale di tutela delle acque”;
 
  - i reflui oleari possono essere utilizzati  esclusivamente nel rispetto della Legge n. 574/96 e del Regolamento Regionale  n. 27 del 07.12.2007;
 
  - è particolarmente raccomandata la concimazione  organica con letame, sovescio od altro materiale organico di provenienza  aziendale con distribuzione autunno primaverile;
 
  - i concimi azotati non possono essere apportati in  un’unica soluzione al fine di evitarne perdite per percolazione e per  evaporazione, ad eccezione di quelli di sintesi classificati come a “lenta  cessione” o contenenti inibitori della nitrificazione;
 
  - è consentita la somministrazione per  fertirrigazione avendo cura di privilegiare concimi ternari ad alto titolo,  arricchiti con mesoelementi (Ca e Mg) e microelementi (Fe, B, Mn, Mo, Zn);
 
  - la concimazione fogliare è consigliata ad  integrazione di quella al terreno per compensare eventuali carenze in atto e/o  per rispondere a particolari esigenze aziendali dettate da problematiche  fisiologiche (allegagione, maturazione,   ecc.) e/o agronomiche (siccità, stress ambientali,  ecc.).
 
 
Le analisi del terreno  
  Le analisi  chimico-fisiche del terreno sono un supporto indispensabile per l’elaborazione  di un corretto piano di concimazione. Esse, inoltre, permettono di orientare le  tecniche colturali nonché la scelta dei portainnesti e delle varietà, di  individuare gli elementi nutritivi carenti in grado di limitare le produzioni  agricole, di rilevare se vi sono elementi presenti in dosi elevate, tali da  permettere di contenere le concimazioni, di concorrere ad una corretta diagnosi  di eventuali alterazioni o affezioni delle colture, attraverso l’individuazione  di squilibri, carenze od eccessi di elementi.  
  In funzione  dell’obiettivo finale, si distinguono: 
  - Le analisi di base che si  rendono necessarie per conoscere le caratteristiche fondamentali di un  appezzamento omogeneo e la sua dotazione in elementi nutritivi. Esse, inoltre,  sono sufficienti a rendere possibile la stima delle unità fertilizzanti dei  macroelementi (azoto, fosforo e potassio) da distribuire al terreno. Le analisi  di base permettono di misurare alcune caratteristiche del terreno quali  scheletro e tessitura, reazione (pH), carbonati totali, calcare attivo,  capacità di scambio cationico e conduttività elettrica, che si mantengono praticamente  stabili nel tempo, oppure si modificano molto lentamente e sono poco  influenzabili dalle corrette pratiche colturali. Pertanto, si raccomanda di  effettuarle almeno una volta (nelle colture arboree possono essere assimilate  alle analisi che generalmente si fanno prima dell’impianto).
 
 
Un’analisi completa di questo tipo generalmente è composta dalle  seguenti determinazioni: 
  
    
      Determinazione analitica  | 
      Unità di misura  | 
     
    
      Tessitura (sabbia, limo ed argilla)  | 
      g/Kg  | 
     
    
      Carbonio organico  | 
      g/Kg  | 
     
    
      Reazione  | 
         | 
     
    
      Calcare totale  | 
      g/Kg  | 
     
    
      Calcare attivo  | 
      g/Kg  | 
     
    
      Conduttività elettrica  | 
      dS/m  | 
     
    
      Azoto totale  | 
      g/Kg  | 
     
    
      Fosforo assimilabile  | 
      mg/Kg  | 
     
    
      Capacità di scambio cationico (CSC)  | 
      meq/100g  | 
     
    
      Basi di scambio (Potassio scambiabile, Calcio    scambiabile, Magnesio scambiabile, Sodio scambiabile)  | 
      meq/100g  | 
     
   
 
  - Una volta conosciute le caratteristiche di base di un suolo, può essere  quindi individuato un insieme di determinazioni analitiche, definite analisi semplificate, che permettono la  valutazione delle principali caratteristiche dei suoli ritenute potenzialmente  variabili nel tempo. Rispetto alle analisi di base comprendono un minor numero  di determinazioni analitiche e, quindi, consentono una riduzione dei costi e  tempi di realizzazione più brevi. Le analisi semplificate vengono generalmente  effettuate per il controllo di alterazioni e/o variazioni della composizione  del suolo, in particolare a seguito di fenomeni di inquinamento o per valutare  e monitorare gli effetti di determinate pratiche di gestione agronomica.
 
 
Le analisi semplificate comprendono: 
  
    
      Determinazione analitica  | 
      Unità di misura  | 
     
    
      Carbonio organico  | 
      g/Kg   | 
     
    
      Azoto totale  | 
      g/Kg   | 
     
    
      Fosforo assimilabile m  | 
      mg/Kg   | 
     
    
      Basi di scambio (Potassio scambiabile, Calcio    scambiabile, Magnesio scambiabile)  | 
      meq/100g   | 
     
   
 
Le  determinazioni analitiche e l’espressione dei risultati dovranno essere  conformi a quanto stabilito dai “Metodi ufficiali di analisi chimica del  suolo”, approvati con Decreto Ministeriale del 13.09.99 ed integrazioni del  Decreto Ministeriale del 25/03/02. 
Il calcolo delle unità fertilizzanti 
Una razionale  distribuzione degli elementi fertilizzanti deve necessariamente basarsi, da un  lato, sulla conoscenza analitica delle dotazioni degli elementi nutritivi  nonché dei diversi parametri pedologici che influiscono sulla loro dinamica e,  dall’altro, sulla valutazione delle asportazioni da parte delle colture.  Formule statiche di concimazione che prescindono da ciò fanno parte della  vecchia cultura agronomica. Le limitate conoscenze sul comportamento degli  elementi distribuiti in situazioni pedologiche differenti hanno provocato,  direttamente o indirettamente, danni economici all’agricoltura (es. fitopatie  da squilibri nutrizionali), l’inquinamento dei prodotti agricoli (accumulo di  NO3 nei tessuti vegetali che nell’organismo umano si trasformano in  nitrosammine, ad azione cancerogena) e, più in generale, danni all’ambiente.  Diverse prove sperimentali hanno dimostrato che l’uso di dosi di concime  dimezzate rispetto a quelle “normalmente” utilizzate non determinano  significative differenze produttive. Per decenni, invece, il miraggio di  produzioni elevate e l’incisività relativamente bassa del costo dei concimi sui  costi di produzione, hanno portato ad un aumento indiscriminato dei  quantitativi dei concimi chimici utilizzati. 
  - L’orientamento attuale è indirizzato non più verso  alti livelli quantitativi, ma al miglioramento qualitativo delle produzioni ed  al rispetto degli equilibri ambientali. Il calcolo delle unità fertilizzanti è  finalizzato alla realizzazione del piano di concimazione aziendale che prende  in considerazione i seguenti elementi: 
 
  - fabbisogno delle colture (almeno per i tre  principali elementi nutritivi: azoto, fosforo, potassio) in relazione alla resa  attesa;
 
  - precedenti colturali;
 
  - caratteristiche fisiche dei suoli e la loro  dotazione in elementi nutritivi; 
 
  - fasi fenologiche corrispondenti ad un più  accentuato assorbimento di elementi nutritivi; 
 
  - caratteristiche dei fertilizzanti;
 
  - modalità di distribuzione. 
 
 
  
Dal punto di  vista tecnico-operativo la determinazione della dose di elemento nutritivo da  distribuire con la concimazione si basa sul “metodo del bilancio”, che prevede  la risoluzione della seguente equazione: 
Q = F – (E + U) 
  dove:  
  Q = quantità di  elemento nutritivo da distribuire con i concimi (chimici e/o organici); 
  F = fabbisogno di  elemento nutritivo della coltura (vedi tabella seguente riferita ai  macroelementi); 
  E = quantità di  elemento nutritivo che arriva al terreno da fonti diverse dalla concimazione; 
  U = quantità di  elemento nutritivo che esce dal terreno per cause diverse dall’assorbimento  della coltura. 
L’equazione di  bilancio può assumere forme più o meno complesse in quanto alcune delle  variabili possono risultare più o meno numerose a seconda dell’elemento  nutritivo considerato per la concimazione (ad esempio, la lisciviazione assume  notevole importanza nella concimazione azotata mentre è trascurabile nella  concimazione fosforica e potassica). 
In generale, la  definizione dell’effettiva dose di elemento nutritivo da distribuire va  effettuata solo dopo avere stimato la quantità di elemento nutritivo necessario  per ottenere una determinata produzione al netto della stima delle quantità  dell’elemento che l’ambiente potrà ragionevolmente mettere a disposizione o  sottrarre alla disponibilità delle piante coltivate. Pertanto, se apporti ed  asportazioni esterne risultano pari a zero la quantità di elemento nutritivo  necessaria per ottenere quella determinata produzione corrisponderà esattamente  alla quota da distribuire con la concimazione. Se, invece, dalla differenza tra  apporti ed asportazioni ambientali, si ottiene un risultato positivo questo  andrà sottratto dalla quota precedentemente stimata e la quantità da  distribuire con la concimazione diminuirà e viceversa se il risultato è  negativo. 
  La concimazione  deve prevedere sempre un’anticipazione dell’elemento nutritivo. 
Indicazioni pratiche sulla scelta del fertilizzante e  sulle modalità di distribuzione 
Nel caso di  distribuzione dei concimi con sistemi ad alta efficienza (fertirrigazione) le  dosi di azoto calcolate possono essere ridotte del 20 - 30%.  
Per quanto  riguarda i concimi chimici è auspicabile l’uso di quelli semplici sia per  ragioni economiche che per la possibilità di distribuirli con minori  difficoltà.  
I concimi  fosfatici e potassici devono essere sempre interrati a causa della loro scarsa  mobilità nel suolo. Diversamente, i concimi azotati che, a causa della loro  alta mobilità nel suolo, richiedono una distribuzione frazionata. Questa  modalità distributiva è assolutamente necessaria nel caso di terreni sabbiosi.  
  Nei terreni  alcalini i concimi ammoniacali devono essere interrati per evitare perdite per  volatilizzazione.  
  Nei terreni  calcarei per la concimazione fosfatica è bene utilizzare sempre concimi  granulari. Nel caso di consociazione con le leguminose, occorre tenere conto  del fenomeno dell’azotofissazione e contenere, di conseguenza, le dosi  calcolate limitandole ad una azione starter. 
 
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