APOL

A.P.OL.

SOCIETÀ COOPERATIVA - LECCE

Reg.CE n. 867/08 mod. dal Reg. UE n. 1220/11 - ANNUALITA’ 2013/2014

BOLLETTINO INFORMATIVO N. 3 - Marzo 2014

SOMMARIO

  1. Seminario APOL sulla PAC 2014-2020 a conclusione della II annualità del programma di attuazione del Reg. CE 867/08 e s.m.i.
  2. Corso di formazione di assaggiatori per l’analisi sensoriale degli oli
  3. Procedure e metodi per la determinazione del piano di concimazione dell’oliveto

1. Seminario PAC 2014-2020 - Ruolo, organizzazione e obiettivi dell’olivicoltura salentina

Venerdì 28 marzo 2014, ore 9,00, presso l’Hotel Hilton Garden di Lecce si terrà il Seminario organizzato da APOL sulla PAC 2014-2020 a conclusione della seconda annualità del programma di attuazione del Reg. CE 867/08 e s.m.i. Subito dopo il saluto del presidente di APOL B. Accogli e dei rappresentanti delle istituzioni intervenuti, la prima sessione dei lavori si aprirà con la presentazione dei risultati delle attività avviate da APOL nel corso della prima e seconda annualità tanto nel campo dell’Attività B) – Miglioramento dell’impatto ambientale dell’oleicoltura, quanto in quello dell’attività C) – Miglioramento della qualità di produzione di olio di oliva e delle olive da tavola. L’intervento del prof. S. Camposeo sulla definizione di pratiche agronomiche e tecnologiche per la diversificazione produttiva degli oli delle cultivar Cellina e Ogliarola nel Salento chiuderà la prima parte della mattinata.

La seconda sessione sarà dedicata all’approfondimento del ruolo, organizzazione ed obiettivi dell’olivicoltura salentina e pugliese nella PAC 2014-2020. La tavola rotonda sarà introdotta dal Dott. G. M. Ferro (Accademia Georgofili – Firenze) e dalle relazioni dei Dott.ri G. Sicolo (CNO) e R. Baldassarre (Parlamentare europeo). Al dibattito, oltre ai rappresentanti di APOL, CIA e CNO, parteciperanno il prof. L. De Bellis (Università del Salento), il Dott. R. Centonze (Presidente Ordine Agronomi e Forestali di Lecce), imprenditori olivicoli ed esponenti delle organizzazioni professionali del territorio. Le conclusioni saranno a cura del Dott. F. Nardoni (Assessore regionale Politiche Agricole) e del Dott. P. De Castro (Presidente Commissione Europea Agricoltura e Sviluppo Rurale).

Il seminario si concluderà con la presentazione e sottoscrizione dell’accordo di collaborazione tra APOL, CIA – Lecce e CNO – Roma e con la consegna degli attestati ai partecipanti ai corsi sulla sicurezza per datori di lavoro e lavoratori agricoli e dei diplomi di assaggiatori di oli di oliva organizzati da APOL.

L’impegno di APOL, spiega il Presidente B. Accogli, a sostenere la commercializzazione delle produzioni di olio di oliva extravergine e delle olive da tavola dei propri soci è in cima alle priorità della nostra Associazione. Il Seminario ha lo scopo di avviare una profonda riflessione sulle politiche agricole promosse dalla nuova PAC al fine di individuare strategie e strumenti finalizzati al miglioramento strutturale e produttivo dell’olivicoltura salentina, nonché alla valorizzazione dell’olio di qualità e del territorio. Nella terza annualità del programma di attuazione del Reg. CE 867/2008, conclude il Presidente Accogli, tutte le nostre energie saranno concentrate verso l’obiettivo ambizioso di cooperare con le istituzioni, i portatori di interesse e, soprattutto, con gli altri organismi associativi del territorio al fine di concentrare in un’unica struttura commerciale l’olio extravergine di oliva salentino per promuoverlo e valorizzarlo con un unico marchio”.

Programma


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2. Al via il 2° corso APOL per assaggiatori di oli di oliva vergini

Anche per la seconda annualità del programma triennale di attuazione del Reg. CE 867/08 e s.m.i, l’Organizzazione dei Produttori APOL - Lecce ha dato avvio all’Azione 3f inserita nell’ambito dell’Attività 3: Miglioramento della qualità della produzione di olio d'oliva e di olive da tavola. Per ciascuna annualità, essa prevede la realizzazione di un corso per assaggiatori di oli di oliva vergini con conferimento di attestato di idoneità fisiologica all'assaggio dell'olio di oliva vergine, ai sensi del Decreto del Ministero delle Politiche Agricole e Forestali D.M. 1334 del 28/02/2012.

L'analisi sensoriale, oltre ad essere il modo per stabilire l’appartenenza degli oli vergini da olive alle diverse classi merceologiche, rappresenta una tecnica fondamentale ed irrinunciabile per caratterizzare e valorizzare i prodotti ottenuti. La valutazione dei parametri organolettici, infatti, oltre ad esprimere pregi e difetti di un olio, costituisce la metodologia investigativa più efficace per avere tutte quelle informazioni in grado di “identificare” un olio rispetto alla sua appartenenza varietale e alla sua provenienza in termini di tecnica produttiva e territorio.

In considerazione che le analisi sensoriali possono essere eseguite solo da operatori esperti dotati di specifiche sensibilità e capacità di percezione dei parametri considerati, ne consegue che l’affidabilità del sistema di valutazione sensoriale, e quindi degli assaggiatori professionisti, deve essere molto elevata, soprattutto quando è necessario fornire risposte certe in sede di ammissibilità sul mercato di un determinato olio o di verifica della rispondenza dei requisiti dello stesso agli standard definiti nell’ambito di Disciplinari di Certificazione.

Il corso si svolge dal 3 al 13 marzo presso il Palazzo Ducale di Presicce (Le). Il programma si articola in 7 incontri di cinque ore ciascuno di lezioni teorico-pratiche (moduli di didattica frontale su specifici argomenti, seguiti da esercizi di assaggio degli oli), i cui contenuti sono riportati nell’allegato programma.

Il responsabile del corso è il Dott. Giorgio Cardone capo panel inserito nell'elenco regionale dei tecnici ed esperti degli oli di oliva extravergini e vergini - aggiornamento 2011 pubblicato nel Bollettino Ufficiale della Regione Puglia n. 43 del 24/03/2011.

Durante il corso si terranno le prove selettive di verifica dei requisiti di idoneità fisiologica all’assaggio. Il superamento delle prove determinerà il rilascio dell’attestato di idoneità fisiologica all'assaggio dell'olio di oliva vergine funzionale all’iscrizione all’elenco nazionale di tecnici ed esperti degli oli di oliva vergini ed extravergini.

Informazioni possono essere fornite presso la sede Apol ed i centri di assistenza tecnica Apol:

  • APOL Società Cooperativa – Organizzazione di Produttori Olivicoli Via Ugo Foscolo, 2 – 73100 Lecce Tel. 0832.091737 – Fax 0832.091736;
  • Sede operativa APOL, Borgagne - Z.I. Borgagne via Sant’Andrea;
  • Oleificio Montevergine, Carpignano (Le) Strada Comunale Serrano - Cannole km 2.

info@apol.it; www.apol.it;

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3. Procedure e metodi per la determinazione del piano di concimazione dell’oliveto

In materia di concimazione, se da un lato l’eccessiva distribuzione di concimi minerali determina impatti negativi sull’ambiente, come ad esempio il dilavamento di nutrienti azotati e alterazione degli equilibri microbici e chimici del suolo, uno scarso apporto di sostanze fertilizzanti induce, per contro, a problematiche di sviluppo e redditività delle piante. La concimazione, pertanto, assume un ruolo strategico nella gestione degli oliveti e la restituzione degli elementi nutritivi non può prescindere dall’assunzione di pratiche agronomiche mirate alla conservazione della fertilità del suolo e al rispetto dell’ambiente, nonché dalla messa a punto di specifici piani di concimazione.

Come per qualsiasi coltura agraria, la concimazione dell’olivo deve, tra gli altri, tener principalmente conto dei seguenti aspetti:

  • stato nutrizionale ed età della pianta;
  • epoca di somministrazione;
  • fertilità chimica, fisica e biologica del terreno;
  • tecniche colturali impiegate.

Il criterio guida del disciplinare adottato da APOL nell’ambito della Misura B) del programma di attuazione del Reg. CE 867/08 e s.m.i. finalizzato alla definizione del piano di concimazione, si basa sull’analisi chimico-fisica del terreno da effettuarsi con cadenza di almeno 3 – 4 anni per appezzamento omogeneo.

Riguardo al calcolo delle quantità delle unità fertilizzanti e alle modalità di somministrazione il disciplinare raccomanda di privilegiare l’impiego di fertilizzanti organici o organominerali, tenendo presente che:

  • l’utilizzo dei liquami è consentito nei limiti indicati dalla “Relazione sulla designazione delle zone vulnerabili ai nitrati nella Regione Puglia” pubblicata sul BURP n. 13/2006 e dalla D.G.R. n. 1334/2007 relativa al “Piano regionale di tutela delle acque”;
  • i reflui oleari possono essere utilizzati esclusivamente nel rispetto della Legge n. 574/96 e del Regolamento Regionale n. 27 del 07.12.2007;
  • è particolarmente raccomandata la concimazione organica con letame, sovescio od altro materiale organico di provenienza aziendale con distribuzione autunno primaverile;
  • i concimi azotati non possono essere apportati in un’unica soluzione al fine di evitarne perdite per percolazione e per evaporazione, ad eccezione di quelli di sintesi classificati come a “lenta cessione” o contenenti inibitori della nitrificazione;
  • è consentita la somministrazione per fertirrigazione avendo cura di privilegiare concimi ternari ad alto titolo, arricchiti con mesoelementi (Ca e Mg) e microelementi (Fe, B, Mn, Mo, Zn);
  • la concimazione fogliare è consigliata ad integrazione di quella al terreno per compensare eventuali carenze in atto e/o per rispondere a particolari esigenze aziendali dettate da problematiche fisiologiche (allegagione, maturazione,  ecc.) e/o agronomiche (siccità, stress ambientali,  ecc.).

Le analisi del terreno
Le analisi chimico-fisiche del terreno sono un supporto indispensabile per l’elaborazione di un corretto piano di concimazione. Esse, inoltre, permettono di orientare le tecniche colturali nonché la scelta dei portainnesti e delle varietà, di individuare gli elementi nutritivi carenti in grado di limitare le produzioni agricole, di rilevare se vi sono elementi presenti in dosi elevate, tali da permettere di contenere le concimazioni, di concorrere ad una corretta diagnosi di eventuali alterazioni o affezioni delle colture, attraverso l’individuazione di squilibri, carenze od eccessi di elementi.
In funzione dell’obiettivo finale, si distinguono:

  • Le analisi di base che si rendono necessarie per conoscere le caratteristiche fondamentali di un appezzamento omogeneo e la sua dotazione in elementi nutritivi. Esse, inoltre, sono sufficienti a rendere possibile la stima delle unità fertilizzanti dei macroelementi (azoto, fosforo e potassio) da distribuire al terreno. Le analisi di base permettono di misurare alcune caratteristiche del terreno quali scheletro e tessitura, reazione (pH), carbonati totali, calcare attivo, capacità di scambio cationico e conduttività elettrica, che si mantengono praticamente stabili nel tempo, oppure si modificano molto lentamente e sono poco influenzabili dalle corrette pratiche colturali. Pertanto, si raccomanda di effettuarle almeno una volta (nelle colture arboree possono essere assimilate alle analisi che generalmente si fanno prima dell’impianto).

Un’analisi completa di questo tipo generalmente è composta dalle seguenti determinazioni:

Determinazione analitica

Unità di misura

Tessitura (sabbia, limo ed argilla)

g/Kg

Carbonio organico

g/Kg

Reazione

 

Calcare totale

g/Kg

Calcare attivo

g/Kg

Conduttività elettrica

dS/m

Azoto totale

g/Kg

Fosforo assimilabile

mg/Kg

Capacità di scambio cationico (CSC)

meq/100g

Basi di scambio (Potassio scambiabile, Calcio scambiabile, Magnesio scambiabile, Sodio scambiabile)

meq/100g

  • Una volta conosciute le caratteristiche di base di un suolo, può essere quindi individuato un insieme di determinazioni analitiche, definite analisi semplificate, che permettono la valutazione delle principali caratteristiche dei suoli ritenute potenzialmente variabili nel tempo. Rispetto alle analisi di base comprendono un minor numero di determinazioni analitiche e, quindi, consentono una riduzione dei costi e tempi di realizzazione più brevi. Le analisi semplificate vengono generalmente effettuate per il controllo di alterazioni e/o variazioni della composizione del suolo, in particolare a seguito di fenomeni di inquinamento o per valutare e monitorare gli effetti di determinate pratiche di gestione agronomica.

Le analisi semplificate comprendono:

Determinazione analitica

Unità di misura

Carbonio organico

g/Kg

Azoto totale

g/Kg

Fosforo assimilabile m

mg/Kg

Basi di scambio (Potassio scambiabile, Calcio scambiabile, Magnesio scambiabile)

meq/100g

Le determinazioni analitiche e l’espressione dei risultati dovranno essere conformi a quanto stabilito dai “Metodi ufficiali di analisi chimica del suolo”, approvati con Decreto Ministeriale del 13.09.99 ed integrazioni del Decreto Ministeriale del 25/03/02.

Il calcolo delle unità fertilizzanti

Una razionale distribuzione degli elementi fertilizzanti deve necessariamente basarsi, da un lato, sulla conoscenza analitica delle dotazioni degli elementi nutritivi nonché dei diversi parametri pedologici che influiscono sulla loro dinamica e, dall’altro, sulla valutazione delle asportazioni da parte delle colture. Formule statiche di concimazione che prescindono da ciò fanno parte della vecchia cultura agronomica. Le limitate conoscenze sul comportamento degli elementi distribuiti in situazioni pedologiche differenti hanno provocato, direttamente o indirettamente, danni economici all’agricoltura (es. fitopatie da squilibri nutrizionali), l’inquinamento dei prodotti agricoli (accumulo di NO3 nei tessuti vegetali che nell’organismo umano si trasformano in nitrosammine, ad azione cancerogena) e, più in generale, danni all’ambiente. Diverse prove sperimentali hanno dimostrato che l’uso di dosi di concime dimezzate rispetto a quelle “normalmente” utilizzate non determinano significative differenze produttive. Per decenni, invece, il miraggio di produzioni elevate e l’incisività relativamente bassa del costo dei concimi sui costi di produzione, hanno portato ad un aumento indiscriminato dei quantitativi dei concimi chimici utilizzati.

  • L’orientamento attuale è indirizzato non più verso alti livelli quantitativi, ma al miglioramento qualitativo delle produzioni ed al rispetto degli equilibri ambientali. Il calcolo delle unità fertilizzanti è finalizzato alla realizzazione del piano di concimazione aziendale che prende in considerazione i seguenti elementi:
  • fabbisogno delle colture (almeno per i tre principali elementi nutritivi: azoto, fosforo, potassio) in relazione alla resa attesa;
  • precedenti colturali;
  • caratteristiche fisiche dei suoli e la loro dotazione in elementi nutritivi;
  • fasi fenologiche corrispondenti ad un più accentuato assorbimento di elementi nutritivi;
  • caratteristiche dei fertilizzanti;
  • modalità di distribuzione.

 

Dal punto di vista tecnico-operativo la determinazione della dose di elemento nutritivo da distribuire con la concimazione si basa sul “metodo del bilancio”, che prevede la risoluzione della seguente equazione:

Q = F – (E + U)
dove:
Q = quantità di elemento nutritivo da distribuire con i concimi (chimici e/o organici);
F = fabbisogno di elemento nutritivo della coltura (vedi tabella seguente riferita ai macroelementi);
E = quantità di elemento nutritivo che arriva al terreno da fonti diverse dalla concimazione;
U = quantità di elemento nutritivo che esce dal terreno per cause diverse dall’assorbimento della coltura.

L’equazione di bilancio può assumere forme più o meno complesse in quanto alcune delle variabili possono risultare più o meno numerose a seconda dell’elemento nutritivo considerato per la concimazione (ad esempio, la lisciviazione assume notevole importanza nella concimazione azotata mentre è trascurabile nella concimazione fosforica e potassica).

In generale, la definizione dell’effettiva dose di elemento nutritivo da distribuire va effettuata solo dopo avere stimato la quantità di elemento nutritivo necessario per ottenere una determinata produzione al netto della stima delle quantità dell’elemento che l’ambiente potrà ragionevolmente mettere a disposizione o sottrarre alla disponibilità delle piante coltivate. Pertanto, se apporti ed asportazioni esterne risultano pari a zero la quantità di elemento nutritivo necessaria per ottenere quella determinata produzione corrisponderà esattamente alla quota da distribuire con la concimazione. Se, invece, dalla differenza tra apporti ed asportazioni ambientali, si ottiene un risultato positivo questo andrà sottratto dalla quota precedentemente stimata e la quantità da distribuire con la concimazione diminuirà e viceversa se il risultato è negativo.
La concimazione deve prevedere sempre un’anticipazione dell’elemento nutritivo.

Indicazioni pratiche sulla scelta del fertilizzante e sulle modalità di distribuzione

Nel caso di distribuzione dei concimi con sistemi ad alta efficienza (fertirrigazione) le dosi di azoto calcolate possono essere ridotte del 20 - 30%.

Per quanto riguarda i concimi chimici è auspicabile l’uso di quelli semplici sia per ragioni economiche che per la possibilità di distribuirli con minori difficoltà.

I concimi fosfatici e potassici devono essere sempre interrati a causa della loro scarsa mobilità nel suolo. Diversamente, i concimi azotati che, a causa della loro alta mobilità nel suolo, richiedono una distribuzione frazionata. Questa modalità distributiva è assolutamente necessaria nel caso di terreni sabbiosi.
Nei terreni alcalini i concimi ammoniacali devono essere interrati per evitare perdite per volatilizzazione.
Nei terreni calcarei per la concimazione fosfatica è bene utilizzare sempre concimi granulari. Nel caso di consociazione con le leguminose, occorre tenere conto del fenomeno dell’azotofissazione e contenere, di conseguenza, le dosi calcolate limitandole ad una azione starter.


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